Era dai tempi di Kill Bill che non si vedeva tanto sangue sullo schermo: 300 ne versa a litri, anzi, a coriandoli, perché, a differenza dei copiosi fiotti rosso fuoco che sprizzano dagli arti mozzati degli 88 Folli, spartani e persiani versano coriandoli rossastri, proprio come quelli che compongono il titolo sulla locandina.
L'effetto però è lo stesso: irreale, e a ogni mossa delle curatissime coreografie di combattimento quasi scappa un “wow” (no, Windows Vista non c'entra).
I combattimenti spettacolari che 300 prometteva nei trailer ci sono tutti e il regista Zack Snyder, uno che viene dal fugace mondo dei videoclip, ce li fa gustare con continui speed-up e slow-down.
Tecnicamente 300 è a prova di geek: la Grecia viene ricostruita al computer con fondali quasi minimalisti ma sapientemente colorati; le atmosfere seppiate sono ottime per la battaglia delle Termopili ma anche per la vita quotidiana di una Sparta assolata ma permeata dalla violenza.
I campi di grano in cui è immersa Sparta ricordano Il Gladitore e in effetti c'è chi pensa a 300 come a un figlio illegittimo di Gladiatore e Sin City; come quest'ultimo anche 300 ha molto rispetto per il romanzo grafico a cui si ispira e ne mantiene dialoghi, pose e inquadrature.
Uomini statuari e donne più o meno fedeli ma tutte bellissime, perché questa è Sparta e questa è la frase-simbolo del film.
A urlarla è Re Leonida, interpretato da Gerard Butler, già visto ne Il Fantasma dell'Opera di Joel Schumacher: tra i protagonisti sono pochi i volti noti anche perché sono i corpi palestrati degli spartani che vanno per la maggiore…
Tra decapitazioni, lance, scudi e piogge di frecce 300 arriva al suo epilogo senza intoppi grazie a una trama molto lineare; l'attenzione dello spettatore va tutta alla componente visiva e alle battute a effetto.
A proposito, forse non avrà la potenza evocatrice dell'Adrianaaaaaaaa di Rocky ma l'urlo di Loenida questa è Spartaaaaaaaa fa furore sul Web.