Argomenti trattati
Le agevolazioni assunzioni donne, in via sperimentale per il 2021 e il 2022, raddoppia lo sgravio introdotto dalla Legge Fornero.
Pertanto, non si tratta di una manovra del tutto nuova. Chi sono i destinatari della norma? Cosa cambia in materia di contributi?
Ad oggi, il tasso di occupazione femminile è al 49,3%, ben 18 punti indietro rispetto agli uomini. Un dato che, a causa dell’emergenza Corovirus, è peggiorato. Eppure, anche nel 2021 sono previste agevolazioni per tutti i datori di lavoro che decidono di assumere donne.
La manovra dell’anno corrente non di discosta molto dalle precedenti. La Legge Fornero, sin dal 2013, prevede “una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore che assume lavoratrici in determinate condizioni”.
Le condizioni per le quali sono previsti sgravi riguardano donne:
La lavoratrice deve essere priva di impiego da almeno sei mesi.
Ai datori di lavoro che assumono personale di sesso femminile viene riconosciuta una riduzione contributiva totale, fino ad un importo massimo di 6 mila euro l’anno. Lo sgravio, però, viene riconosciuto solo in determinate circostanze:
La riduzione dei contributi vale per 18 mesi, a partire dalla data di assunzione. La manovra 2021 sottolinea: “Le assunzioni devono comportare un incremento occupazionale netto calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori occupati rilevato in ciascun mese e il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti”.
La Fondazione consulenti del lavoro specifica che il datore di lavoro che fa richiesta degli sgravi deve rispettare alcune condizioni: “Non superare il limite massimo di 800mila euro (per impresa o al lordo di qualsiasi imposta o altro onere) complessivi, (…) non può essere concesso a imprese in difficoltà al 31 dicembre 2019 o che abbiano incontrato difficoltà o si siano trovate in una situazione di difficoltà successivamente, a seguito dell’epidemia Covid-19”.