Argomenti trattati
Albert Schweitzer è stato uno dei medici più importanti della storia per aver costruito un ospedale in Africa e vinto un Premio Nobel per la pace.
Il medico Albert Schweitzer è nato a Kaysersberg, in Alsazia, il 14 gennaio 1875. Studia e si laurea in filosofia, poi diventa docente di teologia e in seguito consegue anche la laurea in medicina, in particolare specializzandosi nelle malattie tropicali a Parigi. Non solo questo, Schweitzer era anche un ottimo organista e diventa molto famoso grazie ad un suo ampio lavoro sulla musica di Bach. In quanto teologo invece pubblica nel 1906 un’opera intitolata “Da Reimarus a Wrede”.
Convinto della necessità di aiutare sanitariamente le colonie francesi in Africa, Albert Schweitzer si trasferisce nell’attuale Gabon costruendovi un ospedale e lavorando come medico missionario. A proposito di questo ospedale affermò:
Non serviva un ospedale a sei piani, serviva un villaggio, tante case, gente confusa insieme, una società di malati come ci sono le società dei santi. Qui si vive dentro la natura e grazie ad essa.
Mentre la figlia Rehna dichiarò in un’intervista:
Il fatto che in un ospedale girassero capre, gatti, cani e altri animali domestici era una cosa che veniva molto criticata. Ma per lui era molto importante che i pazienti vivessero in una struttura simile a un villaggio africano, altrimenti non si sarebbero sentiti a loro agio.
Durante la Prima Guerra Mondiale viene imprigionato dai francesi, poi torna in Africa per curare gli indigeni mentre saltuariamente fa conferenze e concerti in Europa.
Grazie alla sua opera in Africa giunge il prestigioso Premio Nobel per la pace nel 1952 e con i soldi ricevuti Schweitzer costruirà il villaggio dei lebbrosi. Il dottore morirà il 4 settembre 1965 a circa novant’anni nel villaggio vicino alla giungla a cui aveva dedicato tutta la sua vita.
Albert Schweitzer si è unito in matrimonio nel 1912 con Helene Bresslau, una donna dai molteplici interessi e che sostenne e aiutò sempre il dottore in Africa.
Helene era infatti infermiera ma anche sociologa, linguista e fervente femminista. Con lei Schweitzer passò tutta la vita fino al 1957, anno della morte di lei a causa di varie complicazioni mediche. Nel 1919 la coppia ha avuto una figlia, Rhena, diventata attivista umanitaria e poi direttrice dell’ospedale che il padre Albert aveva creato. Su suo padre, la donna ha raccontato in un’intervista:
Era il mio capo e mio padre; il capo era molto severo con tutti e io accettai la sua autorità. Ma la sera, quando davo la buonanotte al padre, facevamo delle discussioni molto accese, soprattutto sull’ospedale – che esiste ancora, le cose che lui fece erano straordinarie. Discutevamo molto sui consumi di energia. C’era un generatore, i generatori avevano vita breve, lui tendeva a risparmiare l’ elettricità mentre io, per il laboratorio, ne avevo molto bisogno. Ero lì quando morì, dopo una vita piena, e una sola settimana di malattia. Morì in pace, pianto dai pazienti e dai medici.