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Più si scava a fondo sulla morte della piccola Diana, più ci si rende conto di cosa ci fosse dietro al gesto della madre Alessia Pifferi.
La donna, infatti, non era raro che raccontasse fatti non veritieri o bugie sulla sua vita privata.
La madre di tutte le bugie è probabilmente quella detta al compagno, l’elettricista Mario D’Ambrosio: “Gli avevo detto che Diana era al sicuro, al mare, accudita da mia sorella. Ho mentito perché mi sentivo sempre giudicata”, sono state le parole della donna. Il compagno (che non era il padre della bimba), dal canto suo, si era detto all’oscuro di tutto.
L’elenco delle bugie, tuttavia, è lungo e molto ci dice sulla personalità della 36enne.
Tra le menzogne raccontate da Alessia Pifferi c’erano quelle legate alla sua vita lavorativa. A diverse persone aveva detto di essere un medico, mentre ad altri invece di essere una psicologa infantile e che i bambini le piacevano tanto.
Narrazioni che cadono come un castello di carta se si tiene conto che aveva anche raccontato di non essersi resa conto di essere incinta di Diana fino al parto, avvenuto due mesi prima del termine.
Le bugie di Alessia Pifferi hanno anche riguardato la madre. Quest’ultima abitava lontano, in Calabria e nella giornata di venerdì 22 luglio si era presentata nell’abitazione di Milano.
Eppure secondo la versione della donna, la madre era addirittura morta di Covid. Un negoziante a tal proposito aveva affermato: “Mi aveva detto che doveva andare in gita con il compagno e che la figlia gliel’avrebbe tenuta la mamma, ma che poi era saltato tutto perché la madre si era ammalata di Covid e, alla fine, era pure morta. ‘Devo andare in Calabria per i funerali’, aveva raccontato”.