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“Alessia viveva come se Diana non fosse mai esistita”, è questa la dichiarazione inquietante emersa nel corso dell’interrogatorio, di fronte al Gip, della donna responsabile del decesso della figlia di 16 mesi, lasciata morire in casa.
La donna, nel corso dell’interrogatorio durato circa un’ora, avrebbe mantenuto la lucidità sottolineando che non era la prima volta che lasciava la piccina sola in casa: “Sì, ero a conoscenza delle conseguenze. A parte la disidratazione, la morte”, ha risposto ammettendo che era consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere.
La donna ha poi ammesso che non si era detta serena quando si era allontanata da casa.
Questo perché era consapevole del fatto che “poteva succedere qualsiasi cosa, sia con riferimento al cibo che ad altro”. Ha poi anche aggiunto che sapeva che “sarebbe potuta venire fuori dal lettino o che sarebbe potuto subentrare qualche malessere o malore”.
Non solo. Stando a quanto emerge da diverse testimonianze raccolte dalla squadra mobile, la donna raccontava spesso delle menzogne. Anche il compagno della donna aveva dichiarato agli investigatori di essere “all’oscuro di tutto”: a lui infatti era stato detto che la piccola Diana si trovava al mare con la sorella.
Nel frattempo il gip Fabrizio Filice che aveva ascoltato la donna nella giornata di venerdì 22 luglio, dovrebbe esprimersi nelle prossime ore in merito alla decisione sulla convalida del fermo e sulla custodia in carcere chiesta dal pm Francesco De Tommasi. Secondo il magistrato era “capace di commettere atrocità, pericolosa e che non ha avuto scrupoli, volendo portare avanti le sue relazioni e divertirsi, ad abbandonare da sola in casa per sette giorni nella culletta sua figlia, facendola morire di stenti”.