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Alessia Pifferi non è pentita di aver abbandonata la figlia in casa per 6 lunghi giorni, provocandone la morte.
Lo conferma l’avvocato Solange Marchignoli, che ha l’incarico della sua difesa assieme al collega Luca D’Auria. Si esclude, allo stato attuale, un vero e proprio pentimento da parte della donna. Seguono le motivazioni di questa affermazione.
L’avvocato della Pifferi, Solange Marchignoli, sembra decisa nel confermare che la donna non si può definire ancora pentita. Le motivazioni riguardano il fatto che abbia compreso solo parzialmente quello che è accaduto e, in ogni caso, ne è addolorata.
“Alessia Pifferi non è pentita perchè non è un’assassina lucida. In pratica, è come se vivesse in una bolla in cui si fa oggettivamente fatica a comunicare. Inoltre, non ha idea dell’attenzione mediatica che si è venuta a creare dietro questo caso. Non è a conoscenza della posizione dell’opinione pubblica nei suoi riguardi. D’altra parte, non potrebbe essere altrimenti, si tratta di un fatto di una gravità inaudita che valica i confini di bene e male” dice la legale.
Inoltre, a conferma dello stato confusionale della donna c’è la sua richiesta nel voler partecipare al funerale della figlia, fissato per domani, venerdì 29 luglio.
Anche in questo caso non si può definire un gesto che scaturisce dal pentimento. Secondo la psicologa clinica e criminologa forense Debora Gatto, si tratta di un gesto riparatore ed egoistico nei confronti della sua immagine di madre. Come se volesse fare ammenda con questo tentativo.
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