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Alfie Evans, il bimbo di 23 mesi affetto da una grave malattia neurodegenaritiva, è morto.
Il suo caso ha fatto discutere il mondo intero, la richiesta d’aiuto dei genitori fece in poco tempo il giro del mondo e, anche l’Italia, ha teso la mano. Sul web, si susseguono i messaggi di cordoglio, sia da parte di persone famose che da sconosciuti.
“Il mio gladiatore ha posato lo scudo e ha spiccato il volo alle 2:30”, questo l’annuncio dei genitori del piccolo Alfie, Tom e Kate, su Facebook.
La coppia ha lottato con tutte le loro forze per far sì che il piccolo potesse continuare la sua giovane vita. Ha chiesto aiuto al mondo intero, perfino a Papa Francesco, ma la giustizia inglese ha deciso per loro. Proprio qualche giorno fa, erano riusciti ad ottenere il permesso di portarlo a casa, ma il piccolo Alfie ha spiccato il volo prima che questo fosse possibile. Torniamo un attimo indietro nel tempo.
Alfie, nasce a Liverpool il 9 maggio del 2016, da Tom Evans e Kate James, entrambi ventenni. Pochi mesi dopo dalla sua nascita, il bimbo, manifesta i primi problemi di salute: è troppo debole e viene sottoposto alle prime visite mediche. Da questo momento in poi inizia il calvario: nel dicembre 2016 viene portato con urgenza all’Adler Hey Children’s Hospital di Liverpool. Il piccolo Alfie è in preda alle convulsioni, perde i sensi ed entra in coma.
La diagnosi è crudele quanto mai: il bimbo è affetto da una malattia neurodenerativa sconosciuta, come sconosciute sono le cure. Nell’estate del 2017 Tom Evans lancia il suo primo appello sul web, costituendo L’esercito di Alfie e ricevendo sostegno da ogni parte del mondo. I genitori chiedono aiuto anche al neurologo Michio Hirano, colui che si era battuto per Charlie Gard, il bambino che aveva avuto una vicenda simile a quella di Alfie.
Qualche segno di speranza viene mandato anche dall’Italia e dallo Utah, ma nulla di concreto. Tom e Kate continuano comunque a sperare e a lanciare sul web richieste di aiuto. Nel dicembre 2017, la loro storia, è già diventata famosa e tutto il mondo ne parla. L’ospedale, a questo punto, dichiara di aver fatto il possibile per Alfie e si oppone al trasferimento del piccolo all’ospedale Bambin Gesù di Roma per sottoporlo a cure sperimentali.
I medici dichiarano che hanno intenzione di appellarsi all’Alta Corte, con il fine di ottenere il consenso per staccare le macchine che tengono in vita il bambino. A febbraio del 2018 il caso finisce in tribunale e il giudice Anthony Hayden acconsente affinché si proceda al piano di fine vita dei medici. Tom e Kate non accettano la decisione e promettono che si batteranno fino alla fine per il loro Alfie.
Nel marzo 2018 i genitori presentano la domanda di trasferimento del bimbo in Italia all’Alta Corte, alla Corte Suprema, alla Corte d’Appello e alla Corte Europea, ma non ricevono consensi. I genitori non demordono e l’Italia lancia ancora un segno di speranza: la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana, in modo da agevolare un trasferimento. Purtroppo però, il 23 aprile, le macchine che tengono in vita il piccolo vengono staccate.
Nonostante ciò Alfie continua a respirare e a lottare. Il 24 aprile, dopo l’ennesima udienza, la famiglia non ottiene il consenso per trasportare il bambino in Italia, ma solo l’autorizzazione per poterlo portare a casa. Tutto ciò non sarà mai possibile perché il bimbo muore nella notte del 28 aprile. Nella stessa serata, tramite Facebook, arriva l’ennesimo appello da parte de L’esercito di Alfie: vengono richieste preghiere e “100 profondi respiri per il piccolo guerriero”.
Purtroppo tutto ciò non è valso a nulla e, come dichiarano i genitori nel post che annunciava la morte di Alfie, il loro cuore è spezzato.
Appena appresa la notizia della morte del piccolo Alfie, il popolo del web ha pubblicato milioni di messaggi di cordoglio. Ma non solo, anche tante parole di rabbia. Giorgia Meloni, presidente del partito Fratelli d’Italia, scrive: “Hanno vinto loro, quelli che Alfie lo volevano morto, subito, perché, evidentemente, costava troppo tenere le macchine accese per qualcuno che ha poche speranze di farcela.
Non è la mia Europa quella che si accanisce contro una famiglia colpita dalla tragedia lacerante di un figlio gravemente malato”. Matteo Salvini, leader della Lega Nord, posta: “Da papà e da politico provo rabbia e tristezza: mai più!”. Angelino Alfano, Ministro degli Esteri, scrive: “Addio piccolo Alfie. Ti abbiamo voluto bene”. Virginia Raggi, sindaco di Roma, dichiara in un tweet: “Immenso dolore per la morte del piccolo Alfie. Roma si stringe attorno alla famiglia nella sofferenza”.
Monsignor Francesco Cavina, colui che accompagnò Tom Evans da Papa Francesco scrive: “Se c’è una cosa che si può dire positiva in questa vicenda è il fatto di avere risvegliato tante coscienze, di aver posto la domanda: chi è che ha il diritto della vita e della morte sulle persone? In questi giorni è nato un movimento che è bene che non muoia e si spenda per il bene della vita in qualunque contesto”.
Anche il Presidente dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, che era pronto ad accogliere il bambino, Mariella Enoc afferma: “Bisogna iniziare una vera riflessione internazionale e mettere insieme scienziati, clinici, famiglie e istituzioni perché non si ripetano più questi scontri e battaglie ideologiche”.
Il piccolo Alfie Evans è morto. Dopo varie battaglie legali, Tom e Kate, genitori del piccolo, non possono far altro che rassegnarsi alla triste realtà. Molti sono stati i commenti di cordoglio da parte del mondo intero che non si rassegna al fatto che, per una battaglia ideologica, a farne le spese è stato un bambino di soli 23 mesi.