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I filtri per le foto possono diventare pericolosi ed è allarme: molti lo sanno, pochi lo ammettono, ma adesso ci sono fior fiore di studi scientifici che lo confermano. Proprio loro, i Juno, Lark e Moon di Instagram, ma anche la coroncina di fiori e il blush sulle guance di Snapchat. Per non parlare degli onnipresenti occhioni grandi e delle labbra da sogno, carnose e disegnate come la miglior opera d’arte di Madre Natura. Ma qui Madre Natura c’entra poco.
La bellezza prima di tutto
Guardando le immagini dei social network più popolari dove si gioca tutto sull’immagine, come Instagram e Snapchat, si potrebbe pensare che solo i belli pubblichino le loro foto o che il livello di bellezza medio dell’umanità si sia elevato. E non di poco. Nulla di più sbagliato: il segreto è nei filtri. I filtri per le fotografie e per i video. Ce ne sono di tutti i tipi, alcuni gratuiti, offerti direttamente dalle app, altri a pagamento. Ma un piccolo investimento per essere più belli si può fare, eccome.
I selfie con più like sono quelli perfetti, in cui l’uso e l’abuso di filtri per foto studiati proprio per i social network è diventato talmente comune, da non portare più chi guarda l’immagine a distinguere tra ciò che è “filtrato” e quella che è la persona vera.
E la persona vera a non accettarsi così com’è, tanto da aver portato i giovani di oggi ad una condizione di allarme per l’utilizzo esagerato dei filtri per le foto.
Chirurgia, nuova alleata
La conferma arriva dagli Stati Uniti, dove l’American Society of Plastic Surgeons, l’Accademia americana che raccoglie oltre 7000 chirurghi plastici ed estetici, ha condotto un sondaggio con risultati preoccupanti: oltre il 55% dei pazienti vuole sottoporsi ad un intervento per trasformare il proprio viso, rendendolo adatto a ricevere tanti like sui social.
Interventi puramente estetici, poco invasivi e che non hanno nulla a che vedere con la salute del paziente.
Dal 2000 ad oggi gli interventi di chirurgia estetica sono aumentati del 200%.
Gli interventi per cui la richiesta è aumentata vertiginosamente sono l’aumento o la riduzione della dimensione del seno, una forma tutta nuova per il naso e la sistemazione delle palpebre. Immancabili anche la liposuzione, le iniezioni di botulino e l’epilazione definitiva.
Snapchat dysmorphia
Dall’America arriva anche il termine che definisce una tendenza tutta nuova, la “Snapchat Dismorfia”, la Dismorfia da Snapchat, che conferma ulteriormente il livello di allarme per l’utilizzo dei filtri per le foto social.
La Dismorfia da Snapchat colpisce soprattutto i teenagers, ma non solo, che si rivolgono ad un chirurgo non per somigliare ad un’attrice o ad un fotomodello, ma a sé stessi – e questo sarebbe un bene – come appaiono grazie ai filtri di Snapchat – e questo è, decisamente, un male. E sono disposti a sottoporsi ad uno o più interventi chirurgici per raggiungere questo risultato.
Si tratta di un chiaro sintomo di disagio giovanile che altera la percezione del proprio corpo e del proprio viso e spinge verso ideali lontani dalla realtà.
Secondo la Dott.ssa Neelam A. Vashi, Direttore del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Medicina di Boston, questa condizione è estremamente preoccupante e lo conferma attraverso la pubblicazione di un articolo scientifico, pubblicato sul JAMA Facial Plastic Surgery ad agosto 2018, basato su anni di osservazione dei pazienti.
Cause, effetti e soluzione
L’autostima di chi pubblica i selfie sui social network è direttamente proporzionale all’apprezzamento che si riceve e l’utilizzo dei filtri che avvicinano il proprio viso all’ideale di bellezza è sicuramente la via più rapida per ottenere tanti like.
Nella vita reale l’insicurezza arriva però a farla da padrona, si cerca aiuto in tutto ciò che può cambiare il proprio aspetto, chirurgia estetica compresa. Pubblicando sui social le foto del prima, durante e dopo gli interventi.
L’allarme legato alla trasformazione della forma mentis di chi abusa dei filtri per le foto può rientrare. Molto utile è il sostegno psicologico per prendere coscienza del proprio comportamento e riprendere contatto con la realtà.