Prima donna presidente delle Mauritius e premio Oréal for Women in Science nel 2007.
Si tratta di Ameenah Gurib-Fakim, biologa, scienziata e Direttore Generale del CIDP Research & Innovation nell’isola Mauritius. Per il suo impegno nella salvaguardia della biodiversità è conosciuta in tutto il mondo.
Ameenah Gurib è nata a Mauritius il 17 ottobre del 1959, è una scienziata e biologa famosa in particolare per i suoi studi e le sue attività sullo sviluppo sostenibile e la conservazione della biodiversità. Nata nel villaggio di Surinam, si è diplomata alla scuola superiore Quatre Bornes di Loreto.
In seguitò si trasferì in Inghilterra per studiare chimica, laureandosi all’Università del Surrey nel 1983. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in chimica organica all’Università di Exeter, è tornata in patria nel 1987 ottenendo una cattedra all’Università di Mauritius. Si sposò nel 1988 con Anwar Fakim da cui ebbe due figli: Adam Fakim e Imaam Fakim.
Rientra tra le donne più famose che si sono distinte nei secoli nel campo della scienza come Wang Zhenyi e Rita Levi Montalcini.
Ricoprì per questo molti ruoli di spicco: nel 2001 lavorò come Direttore Generale del CIDP Research & Innovation, ex Centro per la ricerca fitoterapica – CEPHYR, fu membro del Consiglio delle ricerche di Mauritius come responsabile della ricerca (1995-1997) e fu Presidente del Consiglio Internazionale per l’Unione Scientifica – Ufficio Regionale per l’Africa (2011-2014). Nel dicembre 2014 iniziò la sua carriera nella politica. Fu selezionata come candidata alla presidenza dell’Alleanza del popolo (Alliance Lepep) e la sua nomina fu approvata all’unanimità dall’Assemblea nazionale.
Nel 2015 diventò ufficialmente Presidente della Repubblica di Mauritius.
Dal 2017, Ameenah fu oggetto di critiche per la sua vicinanza ad Álvaro Sobrinho, un controverso uomo d’affari angolano che la aveva nominata Presidente del consiglio di amministrazione della propria fondazione Planet Earth Institute (PEI). Lo scandalo raggiunse il culmine nel marzo 2018, quando si scoprì che Ameenah Gurib aveva utilizzato una carta di credito Platinum offerta dal PEI per acquisti di gioielli, vestiti e altri beni personali per almeno 20mila euro a Dubai, in Svezia, nel Regno Unito, in India e in Italia.
L’uomo d’affari angolano avrebbe anche ottenuto favoritismi per alcune operazioni economiche da lui svolte alle Mauritius. Poco dopo Gurib-Fakim ammise di avere usato la carta di credito in questione ma di avere restituito tutti i soldi ma lo scandalo scoppiò perché l’articolo 30 della Costituzione mauriziana vieta al Capo dello Stato di ottenere benefici o redditi oltre allo stipendio statale per la sua carica pubblica. Il governo guidato da Pravind Jugnauth chiese quindi le immediate dimissioni della Presidente, per non mettere in imbarazzo il Paese in vista delle celebrazioni del 50º anniversario dell’indipendenza di Mauritius.
La vicenda portò ad una gravissima crisi costituzionale, mentre folle di cittadini iniziarono a protestare e chiedere le dimissioni presidenziali. Il 9 marzo 2018, il Primo Ministro annunciò che la Presidente aveva accettato di presentare le proprie dimissioni, a partire dal 12 marzo 2018, giorno successivo al 50º anniversario dell’indipendenza. Tuttavia, in seguito Gurib rifiutò di dimettersi, rivendicando la sua innocenza e insinuando di essere stata coinvolta nello scandalo da altre persone colpevoli.
Nonostante Garib mantenne la sua posizione, nominando una commissione d’inchiesta per dimostrare la sua innocenza, molti esperti ipotizzavano una violazione di un altro articolo della Costituzione. Per tale motivo il 17 marzo 2018 la Presidente Gurib ha redatto la sua lettera di dimissioni, consegnandola nelle mani del Presidente dell’Assemblea nazionale. La sua decisione definitiva entrò in vigore il 23 marzo 2018 a mezzogiorno.
Dalla politica alla scienza, Ameenah vinse nel 2007 la borsa di studio L’Oréal for Women in Science per i suoi studi sulle proprietà medicali della flora locale. Portò alla conferenza sul clima in corso a Parigi il suo appello per la conservazione della ricchezza delle specie viventi, soprattutto nelle zone che ne sono più ricche. “Dobbiamo proteggere ciò che resta, e gli sforzi vanno concentrati nelle zone più ricche di biodiversità, i cosiddetti hot-spot, che occupano appena l’1,4 per cento della superficie terrestre, ma ospitano il 40 per cento delle specie vegetali ad alto fusto e il 35 per cento dei vertebrati.
Credo che tutti i Paesi, inclusi quelli piccoli come il mio, debbano concentrarsi di più sulle misure di adattamento, volte a mitigare l’impatto del cambiamento climatico” ha dichiarato Ameenah.