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Il suo stile è diventato modello e desiderio di tanti artisti e nobili di tutto il mondo.
Con un successo arrivato oltre oceano Andrea Palladio ha fatto la storia dell’architettura.
Andrea Palladio, nome d’arte di Andrea di Pietro della Gondola (Padova, 30 novembre 1508 – Maser, 19 agosto 1580), è stato un architetto e scenografo italiano. Cresce con una famiglia di umili origini con padre mugnaio e madre casalinga. Durante l’adolescenza svolge un apprendistato di scalpellino finché non si trasferisce a Vincenza.
Lavora per diversi anni in una bottega di costruttori.
Durante i primi anni ’30 conosce il conte Giangiorgio Trissino dal Vello d’Oro che lo aiuterà a dare una svolta alla sua carriera. In questi anni si indirizza verso una formazione culturale classica. In questi anni Palladio realizza villa di Gerolamo Godi, la sua prima opera significativa.
Sposa Allegradonna con cui passa una vita discreta insieme ai cinque figli. Di questi nessuno intraprende una strada degna di nota, anche se la figura del figlio più giovane Silla è stato fondamentale per seguire i lavori del Teatro Olimpico dopo la morte del padre.
Cresce con intellettuali di stampo umanista instaurando rapporti con Michelangelo Buoarroti, Raffaello Sanzio e il Vasari. Viene influenzato però soprattutto da Trissino il quale lo anticipa nella rottura della tradizione.
Aderiscono allo spirito neoplatonico ridimensionando le proporzioni degli spazi interni con schemi rigorosi di 1:1, 2:3 o 1:2.
Collabora con Daniele Barbaro per la realizzazione delle illustrazioni della traduzione del “De architectura” di Vitruvio. Grazie a lui inizia a lavorare per l’architettura religiosa a Venezia dove pubblica anche “I quattro libri dell’architettura”.Palladio si inserisce inoltre nel dibattito sul rapporto fra civiltà e natura sostenendo che
“affermando il profondo senso naturale della civiltà, sostenendo che la suprema civiltà consiste nel raggiungere il perfetto accordo con la natura senza perciò rinunciare a quella coscienza della storia che è la sostanza stessa della civiltà”.
Noto per i suoi progetti di ville, tra tutte si fa notare Villa Almerico-Capra, soprannominata “La Rotonda”. Realizzata con una pianta quadrata e ripartizione simmetrica degli ambienti e intorno ad un salone circolare. Le facciate presentano il classico pronao con colonne ionico. Palladio l’aveva pensata come luogo di intrattenimento su modello romano.
Indimenticabile l’ultima opera dell’architetto: il Teatro Olimpico di Vicenza. Presenta una ripida cavea che parte dall’orchestra fino al colonnato trabeato. Il palco è rialzato e definito da un fondale fisso con illusioni ottiche che lo fanno sembrare profondissimo. Il progetto mostra il connubio tra l’esperienza e la poetica di Vitruvio. Infatti ora si porta al chiuso, ma la realizzazione architettonica rimanda alle prospettive all’aperto.
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