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Ricordato come uno dei fumettisti più significativi della sua generazione, Andrea Pazienza è oggi, anche attraverso documentari in uno onore, un punto di riferimento grazie ai suoi tratti innovativi.
Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza (San Benedetto del Tronto, 23 maggio 1956 – Montepulciano, 16 giugno 1988) è stato un fumettista italiano. Cresce nella provincia di Ascoli Piceno insieme al padre insegnante di arte e la madre insegnante di tecnica. Gli viene quindi trasmessa la passione per il disegno dai genitori che lo incoraggiano in piccoli lavoretti come la realizzazione di scenografie per alcuni spettacoli teatrali.
Durante gli anni del liceo artistico inizia a realizzare i primi fumetti e i primi quadri esponendoli a mostre collettive ed individuali.
Conclusa la scuola superiore decide si iscriversi all’ Università degli Studi di Bologna sceglie il corso di laurea in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo. Abbandonato il percorso scolastico si inserisce nei movimenti nati nel 1977 che lo ispirano anche per la realizzazione del suo fumetto “Le straordinarie avventure di Pentothal”.
Nonostante non concluderà l’Università sarà grato delle conoscenze fatte in facoltà dove ha modo di avvicinarsi a scrittori e artisti tra cui Todelli e Palandri. Inoltre si unisce, insieme a Filippo Scozzari, alla rivista “Cannibale” che si presenta come un progetto sperimentale di fumetti a sfondo umoristico e satirico. Successivamente collabora anche con il settimanale espressamente satirico “Il Male”. Insieme ad alcuni colleghi nasce nel 1980 il mensile “Frigidaire” dove darà sfogo al massimo della sua espressione artistica.
Successivamente decide di dedicarsi al mondo dell’insegnamento lavorando alla Libera Università di Alcatraz fondata da Dario Fo e gestita dal figlio e anche alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche in cui tiene un corso fino al 1984.
Tra i suoi progetti ora non ci sono solo i fumetti, collabora infatti anche con noti registi cinematografici come Fellini con cui lavora al manifesto di “Città delle donne”, ma anche con numerosi artisti per cui realizza copertine di dischi.
A ciò si aggiunge anche la passione per la pittura che lo porta alla realizzazione di alcune opere attualmente raccolte nella Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna. Questa forte concentrazione sul lavoro lo porta ad ottenere grande fama, ma purtroppo lo avvicina anche al mondo delle droghe. Come tanti in quel periodo scopre l’eroina e questo lo porta a perdere gli affetti e ad essere additato come tossico.
Si trasferisce nel 1984 a Montepulciano dopo un lungo periodo di apparente disintossicazione e conosce una collega di cui si innamora e che sposa. Riprende anche a lavorare stabilmente inserendo tra i suoi progetti “Linus” e anche “Avaj”, il suo supplemento mensile. Continua anche i progetti di sceneggiature tra cui si ricorda quella di “Il piccolo diavolo” di Roberto Benigni. Questi sono però i suoi ultimi anni visto che nel 1988 viene trovato morto in casa sua, si suppone per overdose.
La sua storia è diventata protagonista del film documentario di Stefano Mordini dal titolo “Paz ’77” che lo rappresenta nel momento di realizzazione della sua prima opera.
Successivamene viene realizzato un altro progetto simile sempre in onore del noto fumettista e pittore marchigiano.