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In Italia almeno 3 milioni di persone oggi soffrono di disturbi alimentari.
Di solito quando si pensa ad un disturbo alimentare riusciamo ad immaginare solo una ragazza in sovrappeso che non fa esercizi. Ma non sempre è così: negli ultimi anni l’anoressia è infatti diventata la terza malattia cronica più comune fra i giovani. Spesso nemmeno ci rendiamo conto della sua presenza, perché abituati a tutti gli standard di bellezza che vengono imposti alle donne, ma questo disturbo si diffonde sempre più velocemente fra le nuove generazioni.
Ma come si cura l’anoressia?
Essere una ragazza in una società che antepone l’aspetto fisico a tutto il resto non è certo d’aiuto; e lo riconoscono anche le statistiche. Le donne compongono infatti il 96% delle persone affette da un disturbo alimentare. Fra questi, l’anoressia si è rivelata la condizione più letale: il 6% di chi ne soffre rischia anche la morte.
Come si arriva a questi numeri spaventosi? Le cause dell’anoressia sono moltissime, ma fra le principali spiccano sicuramente quelle psicologiche. Il disturbo si presenta spesso in quelle persone che soffrono di disturbi ossessivo-compulsivi; in questi casi il proprio peso diventa un fattore che va controllato attentamente, fino a raggiungere livelli estremi.
Un’evoluzione incontrollabile della malattia porta addirittura alla pregoressia: nel momento della gravidanza la donna che ne soffre cerca in tutti i modi di non aumentare il proprio perso, rischiando così la propria salute e quella del feto.
Un’altra causa scatenante può essere ritrovata anche nel bodyshaming. Ricevere ogni giorno commenti spiacevoli sul proprio aspetto, soprattutto da chi ci sta più vicino come i genitori e il proprio partner, ha sicuramente delle conseguenze negative sulla nostra autostima. Prima di essere un disturbo fisico, l’anoressia è un disturbo psicologico: spesso è causata da veri e propri traumi, e lo dimostra la sua massiccia presenza nelle vittime di abusi.
In quanto disturbo alimentare, l’approccio verso la guarigione va affrontato all’interno di un ambiente specializzato, affiancati da figure professionali. Quindi, come si cura l’anoressia? Di certo non attraverso metodi fai-da-te; ripetere ossessivamente “devi mangiare di più” ad una persona anoressica non può far altro che peggiorare le cose. Per cui il primo e fondamentale passo da compiere è quello di rivolgersi ad un centro specializzato, con la consapevolezza che il percorso che porterà alla guarigione sarà lungo.
Purtroppo non tutte le regioni italiane sono attrezzate nel modo corretto per affrontare tutte le terapie necessarie, e negli ospedali in cui invece è tutto nella norma i tempi di attesa richiedono spesso diversi mesi. Inoltre, i disturbi del comportamento alimentare non sono nemmeno inseriti fra i Livelli essenziali di Assistenza del Sistema Sanitario Nazionale. Nonostante il numero esorbitante di persone che ne soffre, l’Italia non considera l’anoressia un’emergenza sociale e sanitaria.
In questo modo la malattia viene sottovalutata in numerose occasioni: chi ne è affetto non viene curato con il corretto di livello di approfondimento. E per tutti questi motivi le persone anoressiche rischiano di sentirsi dire che per curarsi “basta mangiare di più”.