Antonino Cannavacciuolo è davvero infuriato.
Chef stellato e volto tv molto apprezzato, non riesce ad accettare la scelta del Governo in merito ad un nuovo lockdown per far fronte all’emergenza Coronavirus. Intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato la sua posizione.
Il Governo, per arginare la nuova ondata di contagi da Coronavirus, ha deciso di limitare un po’ la vita di tutta la popolazione. Tra le scelte di Giuseppe Conte ce n’è una che sta facendo infuriare i ristoratori: la chiusura di tutti i locali alle 18:00.
Non si tratta di un “coprifuoco“, così come ha sottolineato il premier durante la conferenza, ma sono molti quelli che non conoscono altro termine per definire le nuove ‘regole’. Antonino Cannavacciuolo, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato la sua posizione:
“A questo punto non ci si doveva nemmeno arrivare. Noi ristoratori da maggio abbiamo rispettato tutte le leggi, ridotto i coperti, distanziato, riaperto in sicurezza e ora rischiamo di dover chiudere di nuovo? No, non ce lo meritiamo proprio. (…) Ci organizzeremo come abbiamo sempre fatto. Intanto già da prima, anche per far sentire al sicuro i clienti, i tavoli da otto non li facciamo più e quelli da quattro sono diventati da due. Dopo di che, però, perché ci siamo ridotti così?”.
Cannavacciuolo è giustamente infuriato. Le sue attività contano molti dipendenti e chiuderle ancora una volta significa mettere a rischio l’economia di molte famiglie. Non solo, come rappresentate della categoria, Antonino ha sottolineato che tutti i ristoratori, fin dai primissimi giorni di riapertura, si sono adeguati alle norme imposte. Inoltre, lo chef ha lanciato una frecciatina:
“Quest’estate abbiamo visto feste ovunque, barche piene… E i ristoratori che hanno, giustamente, rispettato le regole ora si trovano di nuovo a rischio chiusura. No, bisognava evitare di allentare troppo nei mesi scorsi. Del resto, l’Italia ha fatto un ottimo lavoro chiudendosi per mesi. All’estero, invece, dove hanno aperto troppo presto o non hanno mai chiuso stanno peggio di noi. Questo vantaggio non andava sprecato”.
Antonino ha sottolineato un dato importante: il Governo ha concesso troppo e ora a farne le spese sono le attività che, fin dal primo momento, hanno lavorato rispettando le regole.