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Antonio D’Amico, compagno storico di Gianni Versace, è scomparso all’età di 63 anni dopo una malattia. Tutto quello che c’è da sapere sullo stilista e sulla sua vita dopo la morte di Versace.
Antonio D’Amico, chi era lo storico compagno di Gianni Versace
Antonio D’Amico, stilista ed ex compagno di Gianni Versace, è morto nella notte. Aveva 63 anni e da mesi lottava contro una malattia. Chi gli è stato vicino ha dichiarato che è stato un esempio di forza e coraggio. Un anno fa aveva inaugurato una nuova linea di abiti sartoriali, Principe di Ragazza. La notizia della sua morte è stata data dal suo manager e amico Rody Mirri. Antonio D’Amico era nato a Mesagne, in provincia di Brindisi, il 21 gennaio 1959. Si era trasferito a Milano con la madre quando era ancora molto piccolo. Durante l’adolescenza ha vissuto un dramma che ha segnato la sua vita. La sorella Maria è morta davanti a lui per una malattia cardiaca congenita. Era diventato famoso al grande pubblico per la sua storica relazione con Gianni Versace. Lo aveva incontrato per la prima volta nel 1982, in un periodo in cui si era appena affacciato al mondo della moda, lavorando come modello e poi come fashion designer. D’Amico aveva raccontato che era stato un colpo di fulmine. “Io ero giovane, avevo 22 anni ed ero un po’ emozionato per averlo conosciuto: non avrei mai pensato che la mia vita cambiasse così” aveva dichiarato a Storie Italiane.
La loro è stata una relazione molto solida. Sono stati una delle prime coppie omosessuali a fare coming out e vivere pubblicamente il loro amore per 15 anni. La loro storia si è interrotta tragicamente il 15 luglio 1997, quando Gianni Versace è morto assassinato, ucciso dal serial killer Andrew Cunanan con due colpi di pistola. I primi soccorsi di Antonio D’Amico purtroppo non erano serviti a nulla. Insieme all’amico Lazaro Quintana aveva trovato il corpo dello stilista. “So io qual è la verità, so io chi era Gianni Versace: una persona meravigliosa, semplice, gentile, ironica, con un sorriso di un ragazzo alla scoperta del mondo. Era un genio, ho lavorato con lui per 15 anni e ogni sfilata era un’emozione: quando usciva in passerella io ero felice per lui, perché sapevo che aveva avuto successo. L’applauso della gente mi faceva emozionare ogni volta” aveva dichiarato. Nel 2018 l’omicidio di Gianni Versace ha ispirato la seconda stagione di American Crime Story. “Ricky Martin che tiene in braccio il corpo senza vita di Gianni è una scena ridicola. Sembra la Pietà di Michelangelo con il corpo di Gesù nelle braccia di sua madre dopo la crocifissione” aveva commentato D’Amico.
Antonio D’Amico, la vita dopo Gianni Versace
Dopo la tragica morte di Gianni Versace, Antonio D’Amico aveva vissuto un periodo molto difficile, in cui era sprofondato nella depressione e si era scontrato con Donatella e Sandro Versace, sorella e fratello dello stilista, perché era stato incluso nel testamento. Lo stilista gli aveva lasciato un cospicuo vitalizio e il diritto di vivere nelle sue proprietà in Italia e negli Stati Uniti. Per evitare ulteriori discussioni con la famiglia di Versace, Antonio D’Amico aveva deciso di rinunciare al diritto di abitazione e al vitalizio, in cambio di una liquidazione anticipata della sua parte d’eredità. Con quel capitale aveva fondato una casa d’abbigliamento a suo nome a Milano, diventando stilista. Dopo tre anni ha cessato l’attività a causa di difficoltà gestionali. Negli anni successivi aveva investito nel ristorante La Camera e nel 2018 aveva creato la linea di abbigliamento golfisti Antonio D’Amico Golf.