di Donatella Coccoli
"I comunisti sono come i marziani. I marziani non esistono, quindi i comunisti non esistono". Brevi flash, risate ed ecco che Ascanio Celestini comincia a rimestare – ora con ironia esilarante ora con tristezza indicibile – nel calderone della vita marginale, della vita reale, della vita di sofferenza di tanti, tantissimi italiani.
E' così, uno spettacolo amaro, Appunti per un film sulla lotta di classe, l'ultimo lavoro che l'attore-autore romano ha portato in scena in un Politeama stracolmo (bellissima platea!) ieri sera a Poggibonsi , per la rassegna "Dalla parte del torto". Celestini si lascia alle spalle l'affabulazione fantastica e un po' mitica di certi spettacoli precedenti (come La pecora nera e Scemo di guerra) e "si sporca" con la realtà.
Affiora quindi la vita dei lavoratori dei call center, razza dannata, costretta ad una esistenza assurda e disumana, affiora l'importanza del signor "esso", il denaro, di chi è inferiore per una "magagna" (bellissima la storia di Marinella che ha la bocca marcia, con il labbro leporino), di chi vive nella borgata.
Intesa quest'ultima come stato d'animo, quasi un'ultima fermata del treno della "società civile". Solo un dubbio alla fine dello spettacolo: una tendenza all' "aderenza ai fatti" anche se riletti con un certa visionarietà, può togliere forza, può far correre il rischio di fare didascalia. Invece l'arma potentissima di Celestini è la poesia.
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