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Fondatore di alcune riviste letterarie note del XX secolo, Ardengo Soffici è stato fondamentale nella storia italiana. Scopriamo la carriera dell’artista che ha avuto una vita a cavallo tra scrittura e pittura lasciando un grande segno.
Chi era Ardengo Soffici
Ardengo Soffici (Rignano sull’Arno, 7 aprile 1879 – Vittoria Apuana, 19 agosto 1964) è stato un pittore ma anche poeta e scrittore italiano. Cresce in una famiglia agiata di contadini che si ritrova però in grandi difficoltà economiche in seguito al fallimento finanziario del padre. Il giovane Ardengo quindi, cresciuto con la vocazione artistica e dedicatosi allo studio di arte e letteratura, è costretto a rimboccarsi le maniche e si inserisce così in uno studio legale.
Nonostante ciò continua comunque a sviluppare la sua passione frequentando artisti conosciuti all’Accademia di Firenze come Giovanni Fattori o Telemaco Signorini. Con la morte del padre e il trasferimento della madre il giovane ha modo di dedicarti totalmente alla pittura e così si trasferisce a Parigi per immergersi completamente in questo ambiente. Qui inizia a lavorare come illustratore e conosce colleghi già noti tra cui Pablo Picasso, Apollinaire e molti altri.
Ardengo Soffici tra scrittura e pittura
Inizia inoltre a scrivere per diverse riviste letterarie, tra cui “L’Europe artiste” che gli permette di conoscere due scrittori fondamentali per la sua carriera: Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini. Stringe con i due un legame d’amicizia molto solido e intraprende inoltre un sodalizio lavorativo collaborando con loro a “La Voce”. Il giornale nasce a Firenze nel 1908 e Soffici ha il ruolo di realizzare la testata e curare le rubrica a tema artistico.
In parallelo a questo progetto nasce la rivista “Lacerba” di stampo futurista, fondata insieme ai colleghi Papini e Palazzeschi. Il rapporto con gli artisti futuristi però è molto conflittuale poichè le sue aspre critiche spesso mettono a dura prova la pazienza degli esponenti della nota corrente. La nascita della rivista vuole essere testimonianza ufficiale del futurismo.
Ardengo Soffici e le due grandi guerre
Con l’arrivo della prima guerra mondiale Soffici si arruola come volontario e da questo periodo della sua vita nasce “Kobilek-Giornale di battaglia” e “La ritirata del Friuli” pubblicati una volta tornato a casa. A conflitto concluso inizia a lavorare come collaboratore di numerosi quotidiani come “Il Popolo d’Italia” e il “Corriere della Sera”.
Fonda poi con lo storico collega Papini “La Vraie Italie”, una rivista dedicata agli intellettuali italiani e di altri paesi europei. Il suo orientamento negli anni si fa sempre più controverso, specialmente quando firma il Manifesto degli intellettuali fascisti.
In seguito, dopo l’armistizio, aderisce anche alla Repubblica Sociale Italiana fondando la rivista “Italia e Civilità” in cui offre il sostegno alla patria e ai tedeschi. Viene per questo arrestato, ma non ci sono prove sufficienti per dimostrare il suo collaborazionismo e così viene liberato.