Argentina, il Congresso riapre la discussione sulla legge sull’aborto

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

Tag: donne
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Nel Congresso argentino si è riaperto oggi il dibattito sulla legge sull’aborto, il disegno di legge che il Presidente Alberto Fernandez aveva presentato a metà novembre.

La proposta di legalizzare l’aborto è divenuta un argomento molto discusso e che conta già tantissimi sostenitori, tra i quali gli attivisti pro-choice riunitisi davanti al palazzo del Congresso.

Argentina, si discute la legge sull’aborto

Dopo lo stop di due anni fa, il presidente Alberto Fernandez aveva annunciato nello scorso marzo l’intenzione di inviare un nuovo progetto legge per legalizzare l’aborto. Pochi mesi dopo ha presentato al Congresso il suo disegno di legge per rendere legale l’interruzione di gravidanza, finora vietata in Argentina se non in caso di stupro o di pericolo per la vita della donna.

L’obiettivo della legge presentata dal partito di Governo è garantire “che tutte le donne accedano al diritto integrale alla salute” ed è per questo che insieme all’iniziativa sull’aborto è stato presentato un altro disegno di legge che propone “l’assistenza di 1000 giorni, per rafforzare l’assistenza integrale durante la gravidanza e per i bambini nei primi anni di vita”.

Oggi 2 dicembre è ricominciato il dibattito al Congresso e già da giorni tantissimi sono i sostenitori di questa proposta di legge che hanno espresso la loro volontà per le strade di Buenos Aires, come gli attivisti pro-choice, che si sono riuniti con le loro emblematiche bandiere verdi fuori dall’edificio del Congresso.

Ana Carolina Gaillard, del partito Frente de Todos e sostenitrice della legge, ha evidenziato i pericoli derivanti dalla mancanza di tale provvedimento: “Gli aborti, poiché sono criminalizzati nel nostro Paese, spingono centinaia di donne a vivere clandestinamente e causano morte e, in altri casi, rischi per la loro salute e la loro vita”.

Non mancano però anche i contrari al disegno di legge. La cosiddetta “Marcia per la vita”, organizzata da più di 150 organizzazioni pro-vita del Paese, ha manifestato con bandiere, fazzoletti e striscioni con lo slogan #LaMayoríaCeleste con l’obiettivo di esprimere la propria contrarietà alla proposta di legge.

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