Argomenti trattati
Con un modo di raccontare la vita che vede la compresenza di semplicità e complessità, Attilio Bertolucci ha emozionato attraverso poesie intense che fanno di lui un grande nome della letteratura italiana del XX secolo.
Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000) è stato un poeta italiano. Cresce vicino Parma in una famiglia borghese e frequenta la scuola elementare con grande piacere, iniziando a scrivere poesie fin da bambino. Crescendo si appassiona alla musica, specialmente quella classica di Verdi, che approfondisce durante gli anni al convitto nazionale Maria Luigia. Qui conosce anche personaggi illustri come Cesare Zavattini e Pietro Bianchi con cui rimane in rapporti anche successivamente.
Si iscrive poi a Giurisprudenza presso l’Università di Parma per poi capire che di essere più portato per le materie letterarie. Si traferisce quindi a Bologna e si iscrive alla Facoltà di Lettere dove conosce Giorgio Bassani durante i corsi.
Conclusa l’università viene assunto come insegnante di italiano e arte nello stesso convitto che lo ha visto crescere e nel frattempo si dedica alla produzione poetica. Nel 1929 pubblica “Sirio” e diversi anni dopo “Fuochi in novembre” che vengono sostenuti dai numerosi letterati conosciuti in quegli anni a Parma.
L’attività letteraria ha modo di proseguire solo conclusa la seconda guerra mondiale.
Inizia a lavorare per la Gazzetta di Parma trattando tematiche legate al mondo dell’arte e del cinema. Nel 1951 si trasferisce a Roma e qui si dedica alla pubblicazione di liriche come “La capanna indiana” e inizia a lavorare nel mondo della televisione. Realizza sceneggiati per la Rai, nel frattempo collabora con riviste diverse e continua a lavorare come insegnante. In questi anni romani stringe anche rapporti importanti con Pier Paolo Pasolini e Carlo Emilio Gadda.
Per via di alcuni problemi di salute è costretto a passare alcuni momenti a Parma dove ha modo di recuperare le forze. Nel frattempo pubblica nel 1971 la raccolta “Viaggi d’inverno” e numerosi anni dopo esce il suo poema “La camera da letto”. L’ultima opera che realizza è “La lucertola di Casarola” nel 1997 prima di morire a Roma nel 2000 circondato dalla sua famiglia.
La poetica di Bertolucci si può inserire in quella che viene definita linea antinovecentesca e che include grandi penne come Saba, Caproni o Giudici e riprende da un lato lo stile crepuscolare di Pascoli e dall’altro l’ermetica di Ungaretti. Tra i temi che tratta all’interno delle sue poesie non mancano il richiamo alla città natale e il paessaggio di campagna che lo ha visto crescere.
I luoghi d’infanzia vengono descritti sia secondo una linea realista che attraverso una dimensione simbolica.
Le metriche variano molto alternandosi tra liriche lunghe o bravi, con versi liberi o intrecciati. Tende inoltre ad utilizzare molto gli ossimori e rivolgersi direttamente al lettore attraverso un linguaggio che crea empatia. L’autore ha inoltre la grande capacità di riuscire a cogliere la bellezza di delle piccole cose e di raccontarle con grande semplicità.
Ne è esempio il seguente verso:
“Assenza,
più acuta presenza.
Vago pensier di te
vaghi ricordi
turbano l’ora calma
e il dolce sole.
Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.”