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Cosa fare se il nostro bambino non mangia? Se volete sapere come comportarsi di fronte a questa evenienza, e quando ci sia da preoccuparsi se il piccolo di casa non mangia a dovere, allora questo è di sicuro l’articolo giusto per voi.
Un’espressione consueta da sentire nei consultori pediatrici è «Il nostro bambino è inappetente». Proviamo a comprendere cos’è in realtà questo stato.
L’inappetenza è una condizione che si manifesta come carenza di fame o come riduzione dell’appetito, e che può presentarsi in qualsiasi momento della vita di un bambino.
I sintomi dell’inappetenza del bambino sono facili da identificare: il piccolo non fa pasti completi, ma piuttosto molti spuntini durante la giornata.
Ciò rende il pranzo e la cena dei momenti di scontro, con gli adulti che cercano di incoraggiare l’appetito del bambino come possono, senza ottenere grandi risultati.
Tuttavia, non c’è sempre ragione di preoccuparsi per l’inappetenza. In alcune situazioni, come durante la dentizione, è normale che un bambino presenti una diminuzione della voglia di mangiare o rifiuti di consumare alcuni alimenti con determinate consistenze.
In questo articolo esamineremo più a fondo le origini della mancanza di appetito e quando è il momento di consultare un pediatra.
Esaminiamo di seguito le ragioni più frequenti che stanno dietro al fenomeno dell’ inappetenza nei bambini:
I bambini al di sotto dei 12 mesi sono spesso alle prese con la comparsa dei denti, e in tali momenti possono alternarsi, anche in rapida successione, periodi di inappetenza, irritabilità e leggera insonnia.
I genitori non dovrebbero preoccuparsi troppo se gli episodi di inappetenza sono di breve durata, ma se si protraessero nel tempo è sempre meglio chiedere il consiglio del pediatra per escludere che ci sia una patologia alla base.
Per evitare che si creino circoli viziosi, ci sono diverse possibilità per risolvere l’inappetenza dei bambini. Di seguito sono elencati sei suggerimenti:
In breve, più un adulto è insistente, più il bambino dirà di no. È importante mantenere un’atmosfera serena e calma a tavola, senza alzare la voce o sgridare il piccolo per la mancanza di appetito. Se ciò accade, l’inappetenza potrebbe peggiorare.
«Se finisci tutto il pasto, avrai la cioccolata!»; «Se non mangi tutto, la nonna non ti vuole più bene»; «Coraggio, un boccone per la mamma e uno per il papa». Queste affermazioni rischiano di confondere il piccolo e trasformare il momento del pasto in una lotta. Le abitudini alimentari e i valori si insegnano, piuttosto, con il buon esempio.
In questo modo si distrugge l’estetica e si rischia di rendere tutto uguale (ne abbiamo parlato in questo articolo sul taglio sicuro durante lo svezzamento).
Se il bambino continua ad avere una perdita di appetito per un periodo prolungato, è necessario contattare un pediatra, soprattutto se inizia a sviluppare un dissenso alimentare.
I genitori possono essere particolarmente preoccupati quando hanno un bambino di età molto piccola che non è ancora in grado di parlare correttamente, e notano che i loro interventi durante i pasti non hanno alcun effetto positivo. In questo caso, l’intervento del pediatra è fondamentale.
Se non vi è alcuna causa fisiologica per questo comportamento (il piccolo è sano e non presenta alcuna malattia), potrebbe essere necessario indirizzare la famiglia a uno psicologo e un nutrizionista pediatrico.
Potrebbe essere che l’inappetenza sia un modo di far comprendere ai genitori un disagio.
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