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Barbara Alberti ha espresso il suo pensiero sul Ddl Zan.
La scrittrice, come sempre, è stata pungente e ha invitato la popolazione a svegliarsi dal torpore in cui sembra essere caduta.
Intervistata da MOW, Barbara Alberti ha parlato del Ddl Zan, esprimendo senza troppi giri di parole il suo pensiero. Come sempre, la scrittrice ed ex gieffina non ha peli sulla lingua e ha invitato le persone a battersi per l’uguaglianza dei diritti.
“Non conosco a fondo i dettagli della proposta, ma ho fatto una ricerca sulle aggressioni omofobe e i delitti contro le persone omosessuali. Impressionante. Pur non sapendo bene com’è articolata la legge, credo sia indispensabile prendere provvedimenti contro una delinquenza di genere così estesa e violenta”.
Barbara non ha alcun dubbio: la delinquenza, di qualunque forma sia, va punita.
La Alberti, pur ammettendo di non conoscere a fondo il Ddl Zan, ha sottolineato:
“Non ci vuole nessuna indulgenza. Chi tocca un gay, una lesbica, un trans deve sapere che non la passerà liscia. Le leggi servono a questo. Già le pene contro chi ammazza le donne sono quasi sempre inadeguate alla gravità del crimine. Quando si uccide o si fa violenza per categorie (come anche nel caso delle donne) ci vuole un deterrente forte”.
Barbara ha ammesso che si è infomata in merito alle aggressioni omofobe ed è rimasta basita dal numero sempre crescente delle vittime.
La Alberti, poi, si è lasciata andare ad una riflessione sulla società di oggi. Secondo il suo pensiero, il mondo “è vittima di un rincoglionimento totale, di stampo reazionario“. La scrittrice ha dichiarato:
“Noi vecchi non pensavamo certo di lasciare un mondo ideale, ma morire (facciamo le corna perché vorrei stare ancora un po’ qua) travolti dalla stupidità è veramente spiacevole. Non si riesce a difendere i diritti di qualcuno senza ledere i diritti di qualcun altro. (…) L’unico padrone è il consenso. Comincia fin da piccoli questa alienazione: voler piacere a tutti, perenne nevrosi, incurabile. Bambini di 12 anni si chiedono fra loro ‘tu quanti like hai?’. Generazioni che crescono per piacere agli altri, per conformarsi al conforme, perdendo sé stessi”.
Barbara non ha tutti i torti, anzi. Il mondo virtuale plasma i bambini fin dalla tenera età e il futuro non si propsetta affatto allettante.