Beppe Grillo: “Noi siamo l’antibiotico del sistema”

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In un video messaggio sul blog Beppe Grillo lo dice chiaramente: “Noi siamo l’antibiotico del sistema”.

Dopo la crisi di governo, la rottura con il Pd e il voto del 25 settembre che di fatto incombe Il garante del M5s la butta in medicina parafrasando Draghi sul tema del “cuore” con la frase di commiato del premier uscente e dà la sua spiegazione della difficile situazione: “Se tutti sono contro di noi e ci trattano da appestati è perché siamo nel giusto, siamo l’antibiotico del sistema”.

Ma perché le esternazioni di Beppe Grillo sono così nette?

Cosa accade nel Movimento Cinque Stelle

La situazione è quella che è: il Movimento è virtualmente allo sbando e soprattutto non è più in rotta di “campo largo” con i Dem di Enrico Letta. In più al suo interno ci sono di fatto due correnti che si sono definite fin dai giorni della defezione di Luigi Di Maio. Tutto questo aveva fatto sì che i “governisti” del movimento accettassero con non molto entusiasmo l’idea di accendere la miccia sotto lo scranno più alto di Palazzo Chighi.

Ecco, la situazione “quantica” a cui allude Grillo è quella di una formazione politica in cerca di una rotta.

“Noi siamo l’antibiotico del sistema”

E poi: “Il Movimento  c’è, non c’è… non lo so se è disintegrato, se è molecolare o quantico. Non lo so”. Poi però il fondatore della mistica pentastellata scrive: “Ma una cosa la so: ho guardato il Parlamento mentre Draghi parlava e non era Draghi che mi ha sconcertato ma la visione del Parlamento, una visione vecchia di gente che sta lì da 30-40 anni”. 

“Quel Parlamento là non se lo meritava nessuno”

Poi Beppe Grillo ha incalzato: “Anche noi cominciavamo a essere dentro quella visione, anche se noi siamo il gruppo parlamentare più giovane, cominciavamo a non distinguere più”. E in chiosa: “Questo mi ha fatto riflettere, quel Parlamento lì non se lo merita nessuno figuriamoci Draghi. Non lo merita nemmeno l’ultimo degli italiani“. La stoccata finale di Grillo è per Di Maio: “La verità è che tutti questi sconvolgimenti che sono avvenuti nel nostro Movimento, tutte queste sparizioni da una parte all’altra, defezioni, sono causate da questa legge innaturale che è contro l’animo umano”.

La stoccata finale a Di Maio

“C’è gente che entra in politica per diventare una cartelletta. ‘Giggino la cartelletta’ adesso è di là che aspetta di archiviarsi in qualche ministero della Nato e ha chiamato intorno a sé decine e decine di cartellette che, insieme a lui, aspettano, a loro volta, di essere archiviati come tante cartellette. Io non voglio morire come una cartelletta. Vorrei che la legge sui due mandati diventasse una legge dello Stato.

L’italia si merita una legge sui due mandati, una legge che non puoi cambiare di casacca in Parlamento, una legge elettorale proporzionale con lo sbarramento, una legge sulla sfiducia costruttiva. Noi tutte queste cose non siamo riusciti a farle e mi sento colpevole anche io… però ora abbiamo davanti a noi qualcosa di straordinario: tutti sono contro di noi, tutti, anche fisicamente, tutto l’arco costituzionale“.