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Diventata un vero e proprio simbolo degli anni 2000, Betty Boop ha in realtà un origine molto più lontana. Scopriamo la storia dell’icona americana dei grandi anni venti del secolo scorso, oggi ricordata per essere una delle prime sex symbol del genere.
Chi è Betty Boop
Betty Boop esordisce sul piccolo schermo il 9 agosto 1930 attraverso un cartone animato in bianco e nero della durata di sei minuti. Appare nei cortometraggi “Dizzy Dishes” e “Mask-A-Raid” ma in realtà in questo momento, e così per i due anni successivi, si presenta sotto forma di una barboncina, per poi essere riproposta come personaggio umano ispirato alla cantante Helen Kane.
Il suo aspetto cambia nel corto “Bamboo Isle” dove viene affiancata anche da nuovi personaggi come Koko il Clown, Bimbo, un cane, e Grumpy, un vecchietto.
Storia di Betty Boop
Emerge nel cartone il contrasto tra la vita adolescienziale della giovane e il mondo dei grandi, vecchio e stantio. Per questo la giovane scappa, nonostante alle scene di pericoli e momenti inquietanti segua poi un finale banale che la vede a casa con la famiglia.
I cortometraggi in cui Betty Boop appare sono molto diversi tra loro e passano dal genere melodrammatico al surreale. Dopo essere stati proposti negli anni trenta tornano ad avere successo negli anni cinquanta in televisione ma nel frattempo spopolano i fumetti. Questi escono infatti come strisce giornaliere negli Stati Uniti e anche su periodici internazionali come il l’italiano “Linus” che pubblica anche i fumetti dei Peanuts.
Caratteristiche di Betty Boop
Per quanto riguarda il suo personaggio, Betty è unica nel suo genere. L’immagine creata è quella della classica flapper, la donna indipendente degli anni ruggenti, quella che ha una sessualità libera, beve e fuma come gli uomini che la circondano.
Si presenta inoltre come volutamente provocante diventando quindi uno dei primi personaggi cinematografici ricordati come sex symbol. Betty veste abiti corti e aderenti, porta un taglio alla maschietto, tipico della moda del tempo, e si fa ricordare per una spiccata autoironia.
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