Bianca Berlinguer e il suo addio alla Rai: un fuorionda che fa discutere

La conduttrice di È sempre Cartabianca rivela le sue frustrazioni sul lavoro in Rai e il passaggio a Mediaset

Il fuorionda che ha scosso il mondo della televisione

Recentemente, un fuorionda di “Striscia la Notizia” ha messo in luce le frustrazioni di Bianca Berlinguer, conduttrice di “È sempre Cartabianca”. Durante una registrazione, la Berlinguer ha espresso il suo disappunto riguardo a un servizio errato realizzato dalla sua redazione, affermando: “Non è possibile, non ce la faccio, non si può lavorare così… hanno sbagliato pezzo. Non è più possibile lavorare con un branco di incapaci come questi”. Queste parole, pronunciate in un momento di sfogo, hanno acceso un acceso dibattito non solo all’interno della Rai, ma anche tra il pubblico e i media.

Critiche al lavoro della redazione

Non è la prima volta che Bianca Berlinguer si lascia andare a critiche sul lavoro della sua redazione. In passato, in un altro fuorionda, aveva già espresso il suo malcontento, definendo i contenuti del programma “pena”. Le sue affermazioni rivelano una crescente insoddisfazione per la qualità del lavoro svolto, evidenziando una frustrazione che sembra accumularsi nel tempo. “I pezzi fanno pena, proprio pena. E adesso fanno pena anche quelli del settimanale. Facevano pena, tutti! Non c’era un pezzo decente”. Queste dichiarazioni non solo mettono in discussione la professionalità della sua squadra, ma sollevano anche interrogativi sulla direzione editoriale del programma.

Il passaggio a Mediaset e le nuove sfide

Il fuorionda ha anche rivelato le riflessioni di Bianca Berlinguer sul suo recente passaggio a Mediaset. “Ringrazio Dio di non essere rimasta lì. Oggi sicuramente non sarei più in onda. Non avrei accettato le regole, e quindi avrebbero trovato il modo di non farmi…”. Queste parole evidenziano il suo desiderio di libertà creativa e la sua avversione a quelle che definisce “regole assurde” imposte dalla Rai. La Berlinguer ha anche accennato a un clima di lavoro difficile, dove le decisioni editoriali sembrano essere controllate in modo eccessivo. “Mi hanno detto che ci sono regole assurde, tipo controllano tutti i servizi, tutti i testi. Che poi se fai un talk, che te voi controlla'”. Questo passaggio segna un momento cruciale nella sua carriera, dove la ricerca di un ambiente lavorativo più stimolante e meno vincolante sembra essere una priorità.

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