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Una bimba annega nel lago Revine, nel Trevigiano, ed era di nazionalità ucraina.
Si chiamava Mariia Markovetska ed era arrivata in Italia a marzo per sfuggire alla guerra della Russia contro Kiev. Ad accompagnarla, c’era sua nonna.
La bambina annegata nel lago Revine si trovava in escursione con un gruppo parrocchiale nel momento in cui si è verificato l’incidente. Le cause sono ancora in via di accertamento e valutazione.
Secondo le prime ricostruzioni, la piccola Mariia si era recata da sola nelle acque del lago perchè voleva farsi una nuotata.
Poco prima, era in compagnia di alcuni coetanei.
Una coppia di turisti belgi, durante una passeggiata nell’acqua bassa della riva, avrebbe urtato con il piede il corpo esanime della bambina. Le ricerche erano già in corso.
Un vigile del fuoco ha recuperato il corpo e ha provato a praticare i primi tentativi di soccorso e rianimazione. L’uomo, di 42 anni, era fuori servizio e si trovava nei paraggi in quel momento.
Quando sono arrivati i soccorsi, le aveva già praticato un massaggio cardiaco. I sanitari del Suem 118 sono arrivati con l’elisoccorso e hanno provato di nuovo a rianimarla, per quasi un’ora, ma i tentativi sono stavi vani.
Il vigile del fuoco ha raccontato che ha notato, mentre stava passeggiando in riva al lago, che una coppia stesse spostando un corpo con il piede. “L’immagine di un costumino rosso che emergeva a galla mi ha portato a tuffarmi d’istinto.
L’ho presa in braccio, portandola a riva, e ho provato a rianimarla senza fermarmi. Ho tentato con tutte le forze” dice ai microfoni di Antenna TreNordest.
La salma della piccola è stata trasportata presso l’obitorio di Vittorio Veneto dove, con ogni probabilità, sarà eseguita un’autopsia.