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Nel vocabolario inglese, la parola binge watching è sempre esistita, ma solo con l’arrivo di servizi come Netflix ha cominciato a circolare anche in Italia.
Di cosa stiamo parlando? Delle maratone di serie tv che ci portano a fare le piattaforme di video streaming. Metodo infallibile di marketing ma anche un possibile pericolo per l’utente.
Le piattaforme di video streaming spopolano e soprattutto in quarantena molte aziende di questo tipo hanno visto moltiplicarsi i propri abbonati, ad esempio Netflix e la neonata Disney+. Esse si basano su un principio di marketing molto semplice: tenere incollato lo spettatore quanto più tempo possibile allo schermo.
Da qui nasce il termine binge watching, cioè letteralmente, “abbuffata di visione”, le maratone di episodi per intenderci. Il concetto è sempre esistito ma negli ultimissimi anni si è evoluto, in quanto, se non è cambiato il modo di vedere una serie tv, è cambiata proprio la costruzione delle puntate e il modo in cui sono rese disponibili.
Il temine binge watching è tornato in auge in particolare con il lancio su Netflix di House of Cards prima, e della quarta stagione di Arrested Development poi.
Quest’ultima è stata prodotta in modo che ogni puntata fosse legata a quella precedente, rendendo quasi impossibile la visione divisa in blocchi del contenuto. Questo è il modello che sta alla base delle serie tv: un mega film che dura 10-15 ore, suddiviso in puntate. E grazie al cliffhanger, ovvero il finale sospeso, l’utente è portato a vedere immediatamente la puntata successiva. E così si giunge alla strategia adottata da queste piattaforme e che può essere potenzialmente pericolosa per noi: tutte le puntate di una stagione vengono rilasciate nello stesso momento, senza rispettare la cadenza settimanale tipica dei palinsesti televisivi.
Una maratona che spesso termina solo con la fine dell’intera stagione.
Grazie a questa strategia di visione continua Netflix e simili hanno conquistato migliaia di utenti, ma non solo. Tra queste aziende ormai c’è una forte competizione e puntano, non solo alla qualità del servizio e dei contenuti offerti, ma anche all’engagement dei loro abbonati al di fuori della loro piattaforma. Sui social pubblicano piccole anticipazioni, trailer e contenuti informativi o divertenti riferiti alle serie tv più amate che scatenano la curiosità dei follower e ne aumentano la fidelizzazione, oltre alla possibilità di accaparrarsi qualche nuovo utente.
Come per tutte le innovazioni digitali, dietro ai benefici immediati si nascondono delle potenziali problematiche legate ad un utilizzo non corretto. Il binge watching è pericoloso sia per il corpo che per la salute generale della persona. La visione continuativa della tv porta a una vita sedentaria ma, in particolar modo, lo stare troppo tempo davanti ad uno schermo disidrata e irretisce gli occhi. Da non sottovalutare anche i problemi a livello psicologico: altri effetti possibili del binge watching sono i disturbi del sonno e i problemi relazionali.
Quindi, sbarazzarsi delle nuove piattaforme streaming e tornare alla vecchia cara tv? Assolutamente no. Ben vengano questi servizi online ma da usarsi con buon senso.