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Vi starete chiedendo cosa sia questo Blue Monday, il giorno più triste dell’anno e che cosa potrebbe mai comportare all’interno di noi stessi.
Calcolato in base ad un algoritmo complicatissimo, in alcuni Paesi del nord Europa (soprattutto in Inghilterra), il Blue Monday è preso sul serio! Perciò è normale chiedersi se si tratti di una trovata pubblicitaria, di una leggenda metropolitana, di una credenza stantia oppure di una verità sottovalutata. Cerchiamo quindi di conoscere meglio questa triste ricorrenza e comprendere meglio se si tratti di realtà matematica o di una bufala da mass media.
La data su cui genericamente ricade il Blue Monday, si aggira intorno al terzo lunedì del mese di gennaio (quindi per il 2019, si parla di lunedì 21 gennaio). Non è una data scelta approssimativamente in realtà, ma è il risultato di una complicatissima equazione piena di variabili, radici, linee fratte e operazioni, ideata nel 2000 da un certo Cliff Arnall, psicologo presso l’Università di Cardiff. Il concetto è stato reso ufficiale e pubblico nel 2005, per mezzo di un comunicato stampa sul canale televisivo britannico Sky Travel.
In realtà, l’equazione ideata dallo psicologo, fa storcere il naso di molti ed infatti non le è stata riconosciuta alcuna validità scientifica. Sta di fatto che il professor Arnall ha utilizzato per primo tale equazione ed ora, tutti quelli che sbandierano l’evento del Blue Monday come una ricorrenza popolare (e quindi culturalmente riconoscibile), utilizzano lo stesso calcolo.
In effetti, negli anni a seguire, il concetto è stato riutilizzato un’infinità di volte da altre compagnie per scopi pubblicitari.
Ovviamente, anche il mondo dei social media non poteva esimersi dal trattare l’argomento ed è proprio a tal proposito, che si vede un proliferare di post, memes e vignette di vario genere, che trattano l’argomento in lungo ed in largo.
Sarà per l’effetto della fine dell’allegria portata dal periodo natalizio, sarà per le ansie dovute alla ripresa degli impegni e delle attività lavorative o scolastiche post ferie, sarà perché ci sono tanti saldi ma pochi soldi (una vocale in certi casi può fare la differenza tra felicità e tristezza), fatto sta che persino il mondo degli avvocati divorzisti anglosassoni hanno dato al Blue Monday l’appellativo di “Divorce Day” (il giorno del divorzio).
Hanno notato che la percentuale di cause di divorzio, nel mese di gennaio, subiscono un’impennata ragguardevole.
Tra i più accaniti scettici dell’equazione di Arnall possiamo ricordare Ben Goldacre e Dean Burnett. Quest’ultimo ha lavorato proprio presso l’università di Cardiff ed ha commentato l’intera teoria di Arnall come una farsa a tutto tondo, con misurazioni inserite in quell’equazione che sono completamente prive di senso. C’è però chi, nel mondo della medicina, riconosce un fondo di verità a questa teoria, tenendo presente che solo alcuni individui sono dotati di una maggiore sensibilità ed emotività e per questo potrebbero risentire di una malinconia post natalizia.
Bufala o verità, quindi? I pareri sono discordanti tra la fazione dei “credenti” e quella degli “scettici”. In linea generale, si può affermare senza alcun dubbio, che l’intera teoria formulata da Arnall, rientra nel campo delle cosiddette pseudoscienze e che quindi, per il mondo scientifico ufficiale, non esiste.
In Italiano, il colore blu fa pensare al cielo limpido e sereno oppure ad acque marine incontaminate ma, come si dice: “Paese che vai usanze che trovi” ed infatti, nei Paesi anglofoni, il blu ha proprio il senso opposto: tristezza.
Ecco spiegato già da subito cosa significhi letteralmente Blue Monday: il giorno della tristezza.
Ma cosa significa nello specifico l’equazione formulata da Arnall e perché venne mandata in onda su di un canale di viaggi? Le due risposte sono in realtà strettamente correlate. L’equazione farebbe intendere che sfuggire dalla monotona routine, dai prossimi impegni e dalla valanga di “lo faccio dopo le feste” con un bel viaggio, aiuterebbe a sopravvivere a questo giorno…
affermando questo su di un canale di viaggi, leggendo più sottilmente tra le righe, si capisce che il messaggio subliminale è l’affermazione stessa dalle fantomatica esistenza della giornata più triste dell’anno da cui bisogna, appunto, fuggire (con un bel viaggio). Se ciò non bastasse a far venire dubbi sulla teoria, pensare a come sia difficile misurare parametri come il meteo e farne un numero fisso ed assoluto valido per tutti e sempre, rende ancor più incredibile dare credito ad Arnall.
Lo psicologo non si è però fermato alla teoria del Blue Monday. Probabilmente per controbilanciare, ha teorizzato anche il giorno più felice dell’anno. Annunciò attraverso un altro comunicato stampa su commissione dell’azienda produttrice di gelati Wall’s (l’equivalente dell’Algida italiana), questa sua nuova scoperta. La data secondo cui ricadrebbe questa bomba di felicità, si aggirerebbe in prossimità della data del solstizio d’estate (nell’emisfero nord). Lo slogan della pubblicità andata in onda nel 2006, infatti, recitava: “It’s the happiest day of the year” (è il giorno più felice dell’anno).