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Giocare a scacchi richiede grande strategia e attenzione. Ce lo ha insegnato Beth e ce lo insegna anche un vero campione come Boris Spassky, ricordato da tutti come il grande scacchista russo.
Chi è Boris Spassky
Boris Spassky (Leningrado, 30 gennaio 1937) è uno scacchista franco-russo, campione del mondo per tre anni consecutivi. Cresciuto nella sua città di nascita si approccia al mondo degli scacchi a solo cinque anni e ad appena 18 vince il suo primo campionato del mondo juniores.
Dopo la vittoria ad Anversa si piazza al torneo internazionale a Goteborg e nel 1956 ottiene il titolo di grande maestro. Oltre ad essere un grande giocatore, passa il suo tempo allenandosi in vari sport. Si dedica ai 100 metri, al tennis e al ping pong rendendo l’educazione fisica parte del suo lavoro.
L’incontro del secolo contro gli USA
Spassky è un vero prodigio attraverso il suo stile universale che gli consente di rimanere sempre al primo posto. Nel suo incontro per il titolo di campione mondiale contro Tigran Petrosyan non si conclude come avrebbe voluto ma prenderà una rivincita tre anni dopo.
Quando riesce ad ottenere il primo posto lo replica per tre anni consecutivi per poi perderlo contro l’americano Bobby Fischer con cui si sfida nel cosiddetto “incontro del secolo”. La competizione tenutasi in Islanda nel 1972 è proprio il simbolo dello scontro tra Stati Uniti e URSS durante la guerra fredda.
Il gioco leale e l’etica del campione
Spassky è sempre stato un giocatore leale e ha sempre accettato le sue sconfitte. Quando perde la sfida contro Fisher accetta l’esito senza ricorrere a tecniche losche. Anche durante le partite non ha mai usato trucchi e nonostante abbia avuto la possibilità di rifiutare le assurde richieste di Fischer, lo asseconda senza problemi.
Amato da tutti per il suo modo di fare e il suo spirito divertente è stato fondamentale nella storia. Inoltre, nonostante fosse solito in quegli anni, non ha mai voluto inserire la politica nel gioco e non ha mai voluto farsi portabandiera del comunismo. Dopo un primo infarto nel 2006 che sembrava portargli via la vita sopravvive. Anche il secondo, nel 2010, lo porta a condizioni critiche ma riesce a vincere anche questa partita.