Bruce Lee è noto al pubblico mondiale per essere stato il più importante artista marziale che portò il Kung Fu sul grande schermo.
L’attore, nella sua breve ma intensa carriera cinematografica, è stato anche produttore, regista e coreografo.
Nasce il 27 novembre 1940 nella Chinatown di San Francisco, quarto di cinque figli. Figlio di due attori, passò la sua infanzia tra Hong Kong e gli Stati Uniti. Dopo aver frequentato le scuole elementari ad Hong Kong, decise di dedicarsi allo studio e alla pratica delle arti marziali, praticando il Wing Chun.
Iscritto alle superiori, dopo aver partecipato a diverse risse, per evitare ulteriori problemi Lee venne mandato a terminare il liceo negli Stati Uniti, in seguito si iscrisse all’università di filosofia, abbandonando gli studi dopo due anni. In questo periodo incontrò Linda Emery e nel 1964 i due si sposarono e l’anno seguente nacque il primo figlio, Brandon.
Bruce Lee si concentrò sullo studio delle discipline di combattimento principalmente del Kung Fu, ma si dedicò anche al pugilato occidentale e scherma.
Il suo stile lo distinse da tutti gli altri combattenti e nel 1966 chiamò il suo metodo Jeet Kune Do. A metà degli anni ’60 Bruce Lee vinse molti tornei di combattimento, attirando l’attenzione di diversi registi.
Lee aveva debuttato già nel mondo cinematografico ad Hong Kong, recitando in diversi film con ruoli di poco rilievo. A Los Angeles, l’attore raggiunse maggiore successo e dal 1967 ottenne ruoli in molte serie tv, come “Il calabrone verde” e “Ironside”.
Nel 1969, dopo la nascita della figlia Shannon Emery, recitò nel film cinematografico “L’investigatore Marlowe”, ma il successo mondiale arrivò con il suo primo ruolo da protagonista ne “Il furore della Cina colpisce ancora”. Il suo esordio come regista e produttore avvenne nel 1972 con il film “L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente” che interpretò accanto a Chuck Norris. La scena di combattimento del film divenne la più celebre di arti marziali nella storia del cinema.
L’anno seguente ottenne il ruolo di protagonista nel film “I 3 dell’Operazione Drago”, per il quale fece anche da coreografo per le scene di combattimento.
Durante le riprese del film “I 3 dell’Operazione Drago” Bruce Lee fu ricoverato in ospedale per un’edema cerebrale, ma l’intervento tempestivo e la somministrazione del mannitolo gli salvarono la vita. Il 20 luglio 1973, mentre si trovava ad Hong Kong dall’amica e collega Betty Ting Pei, prese un medicinale per un’emicrania e decise di riposare.
L’attore però non si svegliò più e, trasportato in ospedale, fu dichiarato deceduto. L’autopsia chiarì che la causa fu una reazione allergica.
Al funerale pubblico, celebrato ad Hong Kong, partecipò una folla di fans immensa. A Seattle si celebrò una seconda funzione in forma privata. Bruce Lee è sepolto a Lake View Cemetery accanto al figlio Brandon Lee, morto prematuramente il 1993.
Lee aveva diversi nomi “Jun Fan”, cioè ritorna ancora, e “Xiao Fang”, piccola fenice.
Per il suo carattere esuberante era anche soprannominato “Piccolo Drago”.
La sua carriera lo portava spesso a viaggiare e per comunicare con la moglie utilizzava le lettere, non solo perché le telefonate intercontinentali costavano troppo e ma perché all’attore piaceva scrivere. Bruce Lee aveva anche un carattere spirituale e psicologico che applicava anche nel combattimento. Appassionato di filosofia, ha introdotto il radicalismo nelle arti marziali. Il volto e la tecnica dell’artista marziale sono serviti come base per creare personaggi di diversi videogiochi di combattimento, come “Tekken”, e protagonisti di anime e manga, tra cui “Ken il guerriero”.
L’attore è stato un maestro per molti amici e colleghi del cinema, tra cui Chuck Norris, George Lazenby, la star Steve McQueen e Roman Polanski. Lee aveva anche un severo programma di allenamento, per mantenere non solo la prestanza fisica ma anche la lucidità mentale. Ma oltre ad essere un’artista marziale, Lee era anche un ottimo ballerino di Cha Cha Cha, vincendo nel 1958 anche una gara. Ha una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles, inoltre all’attore sono state dedicate tre statue, due in Cina e una in Bosnia ed Erzegovina.