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Bruno Barilli era noto per essere un critico musicale dalle caratteristiche peculiari.
A differenza di numerosi colleghi non affrontava spesso l’argomento della tecnica e della musicologia, per lui era importante l’impressione di un’opera.
Bruno Barilli (Fano, 14 dicembre 1880 – Roma, 15 aprile 1952) è stato uno scrittore e critico musicale italiano. Cresce con il padre Cecopre, pittore, e la madre Anna a Parma dove dimostra da subito la sua passione per la musica. Viene iscritto infatti al Conservatorio Arrigo Boito e si specializza poi in direzione d’orchestra a Monaco.
Questo studio gli apre numerose strade ma lui decide di prendere quella di critico musicale e così inizia la sua carriera a Monaco, città che gli permette di conoscere anche Danitza, una studentessa serba con cui avrà poi successivamente la figlia Milena, nota nell’ambto della pittura.
Nonostante la scelta ferma per la propria carriera, decide ugualmente di comporre due opere teatrali. La prima, “Medusa” è un’opera in tre atti che realizza nel 1910 una volta tornato a Milano e che gli permette di vincere un noto concorso.
La seconda, “Emiral” è ancora più acclamata e vince numerosi premi tra cui quello presieduto da Giacomo Puccini.
Si trasferisce poi a Roma dove si dedica alla sua rubrica sulla rivista “La Ronda” mentre frequenta il Caffè Aragno insieme alle menti più brillanti della capitale.
Non smette inoltre di dedicarsi alla critica, sua grande passione.
Si dedica inoltre alla scrittura e realizza infatti nel 1929 “Il paese del melodramma” insieme ad altri colleghi dedicandosi ad alcuni classici del genere tra cui le opere di Giuseppe Verdi.
Successivamente scrive anche “Delirama”, “Il sorcio nel violino” e “Il sole in trappola” che scrive dopo un viaggio in Africa. Con una vita piena di traguardi nel mondo della musica si spegne all’età di 71 anni a Roma, un luogo che per molti anni ha potuto chiamare casa.