Alessandro Borghese: “Lavorare per imparare non significa essere pagati”

Alessandro Borghese è stato travolto da una bufera per alcune sue dichiarazioni sul tema giovani e lavoro.

Alessandro Borghese è finito nell’occhio del ciclone per alcune delle sue dichiarazioni sui giovani che, secondo lui, non sarebbero disposti a fare sacrifici per il loro lavoro.

Alessandro Borghese e i giovani

Alcune delle ultime dichiarazioni di Alessandro Borghese sul tema dei giovani e il lavoro hanno finito per scatenare una bufera e dividere il popolo della rete. Il celebre chef e volto tv ha affermato che, a differenza della sua generazione, i giovani d’oggi non sarebbero portati a fare sacrifici per il loro lavoro.

“Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato. E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito“, ha affermato lo chef, e ancora: “Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con “soli” vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte ne parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione. Manca la devozione al lavoro, manca l’attaccamento alla maglia”.

Alessandro Borghese: la polemica sui social

In tanti si sono scagliati contro il volto tv affermando che accettare di lavorare in nero, con stipendi bassi o peggio, senza alcuno stipendio, non è motivo di “orgoglio”, bensì è sfruttamento. La giornalista Francesca Barra, moglie di Claudio Santamaria, ha scritto un lungo messaggio in merito alla vicenda e ha affermato:

“Il lavoro e la gratuità sono due concetti che non vanno a braccetto. Nessuno può chiedervi quasi di “ringraziare” per l’occasione di darti un lavoro gratis solo perché pensa che dovete essere “onorati” di dipender da nomi celebri e contesti privilegiati. Lavorare è un diritto, un dovere, farlo senza un riconoscimento è sfruttamento. Quindi no, non sei impopolare, stai avvalorando il male di questo Paese che dura da una vita e si declina con diritti negati, lavoro in nero… Se non trovate personale in sala forse è proprio per questa distanza e questo disamore nei confronti del lavoro che va rispettato, prima di chiedere di amarlo.”

Scritto da Alice Coppa

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