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La calvizie femminile o alopecia androgenetica può essere curata efficacemente se si individuano precocemente i segni e le cause del fenomeno.
Non solo gli uomini ma anche le donne possono essere colpite dalla calvizie, che scientificamente viene definita con il nome di alopecia androgenetica. Quasi la metà della popolazione maschile mondiale soffre di calvizie: per le donne però è una situazione disagiante. A livello psicologico la perdita dei capelli per la donna è un duro colpo, perché essi incidono molto sulla propia immagine e autostima. Si rivela quindi importante capire le cause che portano allo sviluppo della calvizie femminile, riconoscerne l’insorgenza in anticipo così da poter intervenire in modo efficace ed evitare un peggioramento della situazione.
Come si manifesta la calvizie femminile? È un fenomeno molto facile da individuare ma è fondamentale farlo in modo tempestivo, già dai primi segni della sua insorgenza. Bisogna innanzitutto saper distinguere la perdita dei capelli che avviene naturalmente da quella causata dall’alopecia androgenetica. Capita infatti che, soprattutto nei cambi di stagione (specie in autunno) molte donne riscontrino una caduta dei capelli superiore alla norma. In quel caso è un fenomeno naturale che non ha conseguenze estreme: i capelli infatti, passato questo periodo, torneranno a crescere.
Per riconoscere in tempo l’alopecia androgenetica ci sono alcuni segnali importanti da non sottovalutare.
La caduta dei capelli non è uno dei primi segnali della calvizie: nel caso in cui ci si accorgesse di avere già sviluppato una zona di calvizie, si tratterebbe già di uno stato avanzato. I primi segnali sono invece l’assottigliamento dei capelli o il loro sfibramento: questo capita soprattutto nella zona frontale della chioma e il centro della testa. Prurito e forfora sono altri indizi importanti della calvizie. Tutto ciò indica che il follicolo del capello è sofferente.
A causare la calvizie femminile o alopecia androgenetica sono soprattutto gli ormoni, anzi uno in particolare. Mentre in passato si credeva fosse tutta colpa di un eccesso dell’ormone maschile, il testosterone, oggi si è appurato che la vera causa è un altro ormone, il diidrotestosterone (DHT).
Esso colpisce il follicolo e ne inibisce la capacità di produrre capelli. Anche altre patologie possono influenzarne l’insorgenza, ad esempio quelle che colpiscono la tiroide ma anche la celiachia e la sindrome del’ovaio policistico.
Al contrario delle credenze comuni, inoltre, i trattamenti estetici aggressivi non determinano l’insorgenza della calvizie ma possono solo influenzarne l’avanzamento. Piastre, tinte, stirature o permanenti quindi si possono fare tranquillamente se non si soffre già di alopecia androgenetica.
Per curare l’alopecia androgenetica bisogna mettere da parte i rimedi casalinghi o gli shampoo comprati al supermercato. Curare efficacemente e tempestivamente la calvizie si può fare ma rivolgendosi ad un dermatologo o ad un medico competente. Bisogna, come già detto, cercare di individuare i sintomi precocemente in modo da intervenire in modo più efficace. L’approccio della cura è molto personale e si struttura in base alle esigenze e al quadro clinico attraverso gel a uso topico e/o altre sostanze che servono a spegnere l’infiammazione dei follicoli.
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