E' bellissimo stare a guardare questa tragica evoluzione della televisione, aggravata negli ultimi anni dall'arrivo in grande stile delle fiction nostrane.
Una volta i protagonisti di quelle che ora chiamiamo fiction (chiamateli telefilm, film tv, serie televisive, un po' come vi pare) erano parte di un percorso logico, razionale ed auspicabile per il pubblico: prima di tutto si sceglieva il cast in base alla bravura degli attori (dando ovviamente un occhio al budget, senza grandi star quindi, o al massimo con una, e per il resto accontendandosi almeno dei mediocri), si provava e riprovava fino a quando la scena non veniva bene, fino a quando l'attore non riusciva ad entrare nel personaggio recitando con dignità e passione, non come se stesse leggendo il copione al bar, assonnato e con in bocca un pezzo di brioches.
Oggi non è più così: Carabinieri ne è l'esempio, e l'arrivo di Giorgia Palmas nella nuova serie (5!) ne è l'ufficializzazione.
Nella caserma più amata dagli italiani è così giunta l'ennesima reduce delle "tette al vento".
Mbè? Ma dove sta il dramma? Io me guardo 'ste gnocche in tv e non mi sento mica offeso!
Questo è vero, ma almeno vi rendete conto che Carabinieri è una "palestra", un corso per attori che dovrebbe andare in scena a porte chiuse, una sorta di "sala prova" per giovani attrici gnocce e in erba che dovrebbero fare esercizio per diventare, un giorno, forse, attrici.
E' come se a me dicessero: "Cià và, vediamo se il Failla riesce a farci bene la parte del giornalista rompipalle che indaga sui falsi in bilancio di una società gestita da una bella siliconata": e mi mandassero in prima serata su Canale 5 nella nuova serie Guardia di Finanza 7.
Carabinieri va in onda in prima serata come se fosse un prodotto finito, eppure non lo è: si tratta di una prova di recitazione.
E così gli italiani si guardano la Canalis, la Arcuri, la Marcuzzi, la Palmas che muovono i primi passi: e nemmeno nude, colpevolmente coperte da quelle divise nere a strisce rosse.