Scomparso uno dei protagonisti della commedia italiana degli ultimi decenni
A soli 57 e con alle spalle una manciata di film realizzati nell’arco di circa 25 anni, Carlo Mazzacurati se n’è andato a causa di una lunga malattia.
Nonostante il male che lo affliggeva da tempo il regista nato a Padova nel 1956 ha fatto in tempo a presentare la sua ultima opera La sedia della felicità al Torino Film Festival.
Dopo un’infanzia segnata dall’avvicinamento all’ambiente teatrale, durante gli anni ’70 fu tra i primi studenti del corso di laurea del DAMS di Bologna, città alla quale rimase molto attaccato, e della cui Cineteca è stato il primo presidente dopo il 2012, anno della creazione della Fondazione. Tra i progetti portati avanti con l’istituto da ricordare quello de Il Cinema Ritrovato che ha portato su grande schermo molti classici della settima arte in versione restaurata.
Come cineasta Mazzacurati è stato una voce anomala nel panorama italiano, pur avendo frequentato maggiormente quello che è il genere principe del cinema tricolore, la commedia. I suoi film, infatti, sin da Il toro, Leone d’argento nel 1994, hanno mostrato una levità, una compassione e una capacità di empatia nei confronti dei propri personaggi molto rara in un momento storico in cui sembra che abbia prevalso il cinismo.
Tra gli aspetti interessanti della produzione di Mazzacurati si segnala poi la testardaggine con cui si è opposto all’egemonia della capitale Roma, ambientando molto spesso le proprie storie nel Nord Est del Paese (si veda la cosiddetta trilogia dell’est, composta dal già citato Il toro, Vesna va veloce e Un’altra vita), mostrando un calore inaspettato nell’osservazione di un paesaggio naturale e umano poco frequentato, come quello dei piccoli centri urbani dimenticati dai riflettori dello spettacolo: La passione, tra i suoi film più noti, è proprio girato in un paesino della Toscana.
Parallelamente a ciò non stupisce la grande curiosità del cinema dell’autore nei confronto del’altro, inteso come immigrato. Non sono mai mancati gli stranieri nei film di Mazzacurati (spesso provenienti proprio dall’Est, ma non solo): non come macchiette da irridere ma come personaggi da comprendere, accogliere e aiutare. Proprio di questo difficile percorso parla La giusta distanza, l’opera con la quale è stato scoperto dal grande pubblico, forse tra le più amare ma cariche di verità.
Lo vogliamo ricordare con le parole degli amici della Cineteca: “Carlo Mazzacurati ha avuto la capacità di raccontare storie apparentemente marginali, dal carattere invece universale, storie capaci di ritrarre momenti centrali della nostra storia recente e della nostra società. E sorprende la leggerezza con cui, anche nella consapevolezza della malattia, ha dato vita al suo ultimo film, La sedia della felicità.”
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