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La passione per il cinema non è mai mancata in famiglia. Dal padre ai due figli, una trasmissione diretta che poi ognuno ha fatto sua facendosi ricordare come regista per motivi diversi. Scopriamo cosa ha caratterizzato il lavoro di Carlo Vanzina.
Chi era Carlo Vanzina
Carlo Vanzina (Roma, 13 marzo 1951 – Roma, 8 luglio 2018) è stato un regista, produttore cinematografico e sceneggiatore italiano. Cresce con il regista e sceneggiatore Stefano Vanzina, da tutti noto come Steno, la madre Maria Teresa e il fratello Enrico.
Una volta diplomatosi decide di seguire la passione trasmessagli dal padre e così frequenta un apprendistato con Mario Monicelli e Alberto Sordi dove lavora come assistente nelle riprese di “Brancaleone alle crociate” e “La mortadella”. Non manca la collaborazione del padre che vede inoltre i due figli diventare una coppia affiatata di cineasti.
L’inizio della carriera cinematografica
Debutta nel 1976 con il film “Luna di miele in tre”. I suoi primi lavori gli portano grande successo grazie alla scoperta del cast perfetto per i suoi progetti continuando a sceglierlo negli anni successivi.
Conosce infatti Diego Abatantuono con cui gira “Eccezzziunale… veramente” e “Viuuulentemente mia” nel 1982. L’anno successivo con il film “Sapore di mare”, un film dalle note vacanziere e nostalgiche che vede come protagonisti Christian De Sica e Jerry Calà, ottiene numerose critiche positive.
Le nuove strade sperimentate e il successo del genere
La strada intrapresa in questi anni rimane fedele fino all’arrivo del nuovo millennio. Sono infatti progetti suoi i noti cinepanettoni come “Vacanze di Natale”, “Sognando la California” o “A spasso nel tempo”. Questi sono seguiti negli anni Duemila da altrettante pellicole note che vedono una riconferma degli stessi attori accompagnati da volti come quello di Massimo Boldi o Lino Banfi.
Nel corso degli anni prova a cimentarsi in nuovi generi. Ancora negli anni ’80 si approccia al thriller con i film “Mystere”, “Sotto il vestito niente” o “Squillo”. Percorre anche la strada del genere d’avventura con “La partita” e del poliziesco con “Tre colonne di in cronaca”. Nonostante la sperimentazione rimarrà sempre fedele al genere della commedia nel quale ha discreto successo, sebbene nel corso degli anni la critica si sia un po’ divisa in merito.