Carmelo Abbate su Achille Lauro: “Spaccia, ruba motorini e li rivende”

Fabrizia Volponi

Fabrizia Volponi nata ad Ascoli Piceno nel 1985. Laureata in "Scienze Storiche" e in "Scienze Religiose", sono da sempre appassionata di lettura e di scrittura. Divoro libri e li recensisco sul mio Blog Libri: medicina per il cuore e per la mente. Lasciatemi in una libreria, possibilmente piccolina e vintage, e sono la donna più contenta del mondo.

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Carmelo Abbate, da poco uscito con il libro ‘Le storie degli altri: Viaggio nella vita e nel cuore di chi non ha voce’, ha dedicato un lungo capitolo ad Achille Lauro.

Quest’ultimo, reduce dal settantesimo Festival di Sanremo con il brano ‘Me ne frego’, ha attirato la curiosità del pubblico per i suoi outfit davvero particolari, ma sul suo passato non avevamo molte informazioni.

Carmelo Abbate su Achille Lauro

Il giornalista e scrittore Carmelo Abbate ha pubblicato da poco il libro ‘Le storie degli altri: Viaggio nella vita e nel cuore di chi non ha voce’. L’uomo ha fatto da ‘confessore’ a “Uomini e donne che mi hanno raccontato il proprio vissuto, non per il gusto di apparire, ma per togliersi di dosso un fardello che si portavano dietro da tanto tempo”.

Tra coloro che hanno scelto Abbate come confidente c’è stato anche Achille Lauro, reduce dal 70° Festival di Sanremo con il brano ‘Me ne frego’. Attraverso il suo profilo Instagram, Carmelo ha pubblicato un estratto del capitolo dedicato alla rivelazione sanremese. A didascalia di una foto che ritrae Achille, si legge: “Lui è Lauro. Nasce a Roma nel 1990. È un bambino brillante, eccentrico. Cresce in una normale famiglia borghese. Frequenta le elementari.

Sembra un giorno come un altro. I genitori hanno una comunicazione importante da fare. Basta cene fuori, vestiti o telefonino, siamo pieni di debiti. Lauro conosce il significato della parola rinuncia. Esce con gli amici, finge di aver già mangiato, si vergogna a dire che non ha soldi. Paura, ansia, rabbia lo divorano. Ha 12 anni. Vuole tutto quello che non ha”. Abbate descrive l’infanzia di Lauro e il cambiamento repentino che la sua vita assume nel corso dell’adolescenza.

Il passato di Achille

Abbate ha proseguito: “Spaccia, ruba motorini, li rivende. Entra in un supermercato con gli amici e la fidanzata. Ha una pistola. Dammi i soldi, cazzo, in fretta. Eccoli, li stringe tra le mani. È eccitato. Ha 14 anni. I genitori cambiano città. Lauro resta a Roma con il fratello più grande. Sono soli. Non sono capaci di prepararsi nemmeno un piatto di pasta. Sono allo sbando. Il fratello fa il deejay per un gruppo rap della zona.

Lauro ascolta la loro musica, assorbe le rime, la solitudine degli emarginati. Frequenta feste, rave, si sballa, si perde. La differenza tra essere e avere si annulla. I compagni di strada sono la sua nuova famiglia. Gente come lui, senza prospettive, senza futuro. Passano gli anni. Lauro è solo. Molti amici sono scomparsi, qualcuno è finito in prigione, qualcuno è morto. Lui è in bilico, lo tiene a galla il rap. Pubblica la sua prima raccolta di canzoni”.

Carmelo non parla solo del passato, ma anche del successo che Achille è poi riuscito ad ottenere. Si legge: “È il 2013. L’etichetta di Marracash lo mette sotto contratto. Achille Lauro diventa il nuovo volto del rap italiano. Con i soldi guadagnati paga i debiti di famiglia e ricompra i gioielli della nonna che la madre aveva impegnato. Il successo è una botta di adrenalina. Alberghi, donne, vestiti. Ora ha tutto, ma la rabbia è sempre la stessa.

Il desiderio di possedere lo divora. È il 2020. Partecipa a Sanremo, si traveste da San Francesco, Ziggy Stardust, la marchesa Casati e la regina Elisabetta. Voglio osare, disprezzo le convenzioni, di quel che pensate me ne frego”. Un passato difficile, che l’ha portato ad essere quello che tutti noi vediamo oggi: un esempio di libertà, su tutti i fronti. Per il momento, Lauro non ha ancora commentato la confessione fatta ad Abbate, ma immaginiamo che non avrà problemi a farlo.