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Protagonista della cosiddetta “neoavanguardia” teatrale italiana e padre del “nuovo teatro italiano” è oggi uno degli esponenti più importanti del settore. Ecco la storia e la carriera del grande artista Carmelo Bene.
Chi era Carmelo Bene
Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene (Campi Salentina, 1º settembre 1937 – Roma, 16 marzo 2002) è stato un artista italiano. Cresce nella provincia di Lecce con i genitori che gestiscono una fabbrica di tabacco e che lo educano seguendo gli insegnamenti della religione cattolica. Un educazione rigida che lo porta poi ad allontanarsi completamente da qualsiasi forma di spiritualità.
Dopo una scelta scolastica coerente con le ideologie della madre si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza e contemporaneamente all’Accademia Sharoff per studiare recitazione. Arriva la chiamata militare che però riesce a evitare facendosi ricoverare in psichiatria fingendo di essere inadatto e incapace per quel ruolo. Iniziano con questo fatto le sue prime prove di recitazione.
Inizio della carriera come attore
All’età di 22 anni esordisce a teatro con “Caligola”, opera di Albert Camus, che gli consentono di essere scelto diverse altre volte. Si trasferisce poi a Firenze con la moglie Giuliana e qui, leggendo l’Ulisse di James Joyce cambia completamente la sua visione della vita. In questo periodo di crisi emotiva conosce numerosi artisti con cui inizia a realizzare concretamente delle opere diventando così regista di se stesso.
Costituisce nel 1961 il “Teatro Laboratorio” in un locale di Trastevere dove organizza degli spettacoli cabaret con la volontà di fare satira della gente ricca e snob attraverso opere estreme e destabilizzanti. Ripete lo stesso esperimento anche in una villa sulla Cassia Antica dove porta in vita il famoso “happening”, ovvero questa forma di teatro.
I progetti collaterali e il ritorno a teatro
Con la chiusura del Teatro Laboratorio è costretto a reinventarsi e decide così di dedicarsi alla creazione dei suoi spettacoli. Intraprende una carriera fortemente sostenuta dai suoi colleghi tra cui Alberto Moravia ed Ennio Flaiano. Inizia inoltre in questi anni anche una storia d’amore e lavorativa con l’attrice Lydia Mancinelli, protagonista di numerose piece.
Ad un certo punto della sua vita decide di abbandonare il teatro per dedicarsi ad altro, così collabora con Pier Paolo Pasolini nel film “Edipo Re”. Si avvicina quindi al mondo della cinematografia collaborando con numerosi registi e ottenendo anche con “Nostra Signora dei Turchi” il Leone d’Argento al Festival di Venezia.
Si lancia infine nel mondo della televisione con il progetto “Quattro modi di morire in versi” ottenendo grande successo sia agli occhi del pubblico che della critica. Infiniti i lavori che lo vedono protagonista, ma la sua vita si conclude con ultimi progetti a teatro concludendo il ciclo così com’è iniziato.