Casa e bottega fiction Renato Pozzetto Nino Frassica

Un imprenditore alle prese con il fallimento della propria azienda tessile

Come abbiamo già avuto modo di rilevare la fiction italiana (a tratti come il cinema nostrano, sopratutto quello mainstream) è piuttosto refrattaria alla trattazione di tematiche e situazione contemporanee se non c’è la possibilità di un’agiografia di mezzo e preferisce invece concentrarsi su una serie di agiografie religiose o laiche.

Ha lasciato quindi un po’ stupefatti, in particolar modo per l’identità dell’ideatore del progetto, l’annuncio della trasmissione in prima serata su Rai 1, nelle giornate di oggi e domani, di Casa e bottega.

Il film per la televisione in due puntate vede protagonista Renato Pozzetto e Nina Frassica in un racconto umoristico ma ragionato della crisi economica e delle sue conseguenze nella vita degli imprenditori tricolori. Proprio il primo della coppia di attori (che negli anni 2000 ha anche firmato alcune regie) è responsabile del soggetto e della sceneggiatura della storia in questione, portata su piccolo schermo grazie alla direzione di Luca Ribuoli.

Pozzetto veste i panni di Mario Trezzi, imprenditore a capo di un’azienda tessile sull’orlo del fallimento a causa della concorrenza cinese (ecco il piccolo e inevitabile tocco di populismo, che non tiene conto di come gli asiatici abbiano salvato molte delle attività italiane).

Trezzi è sommerso dai debiti e non riesce a pagare i propri dipendenti: per salvarsi decide di affidarsi a degli usurai, ma in questo modo sprofonda in un abisso . L’azienda presto viene chiusa e pignorata dalla banca, e l’uomo è costretto a vendere la villa di famiglia. Solo la moglie e le figlie, interpretate rispettivamente da Anna Galiena, Stella Egitto e Cristina Marino, gli resteranno accanto nel momento del tracollo e gli daranno la forza per riprendersi e tentare un riscatto.

Nel cast anche Marco Cocci e il già citato Nino Frassica, nel ruolo del fratello della moglie che svolge la mansione di autista pur senza patente.

Il regista Ribuoli racconta ispirazioni e obiettivi della fiction: “Mario Trezzi incarna la crisi del mondo rappresentato dalla fabrichetta a conduzione familiare. Il disagio e il dolore che Trezzi prova assistendo al proprio mondo che si sgretola, l’ho raccontato attraverso una commedia brillante e a tratti amara (come nella tradizione della commedia all’italiana).”

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche