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Parliamo di casalinghe italiane, cioè di un fenomeno economico ma anche culturale, che ha da sempre caratterizzato il nostro Paese, in particolare le regioni centro-meridionali.
L’Istat rende note le statistiche a riguardo: nel 2016 erano ben 7 milioni, e oggi, a seguito della crisi economica, si pensa siano aumentate.
Casalinga è donna? L’Istat parla di questa categoria al femminile. Per diverse ragioni ci sono anche casalinghi uomini che si dedicano interamente alla cura della famiglia e della casa, ma non abbiamo numeri a riguardo. Le ultime statistiche disponibili parlano di una stima delle casalinghe donne risalente al 2016 ma, causa crisi economica derivata dalla pandemia da Covid-19, i numeri oggi potrebbero essere maggiori.
Nel 2016 le casalinghe nel nostro Paese erano più di 7 milioni e l’età media era di 60 anni. Il 63,8% di queste viveva nel centro-sud.
Sempre secondo i dati raccolti dall’Istat, il 74,5% delle casalinghe nel 2016 aveva come titolo di studio la licenzia media e il 42,1% di loro viveva almeno con un’altra persona. Più della metà di queste donne non ha mai svolto un’attività lavorativa retribuita.
Ma passando alle criticità emerse da questa indagine, circa 700mila casalinghe erano in condizioni di assoluta povertà, cosa che impediva loro anche di fruire di cultura: solo il 30% di loro aveva letto almeno un libro all’anno e il 15% aveva visitato un museo.
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Come possiamo spiegare questi dati? Secondo l’Istituto nazionale di statistica il motivo per cui le casalinghe più giovani, dai 15 ai 34 anni, non cercano lavoro è per buona parte di natura familiare e il loro carico di lavoro domestico è piuttosto elevato.
Alcune di loro, 600mila, hanno provato a cercare lavoro ma, non avendolo trovato, si sono arrese e non credono di poterlo mai trovare.
Anche le donne casalinghe possono avere una pensione. Tra i loro diritti c’è infatti il Fondo casalinghe dell’Inps basato su una contribuzione individuale. Tale Fondo è stato istituito nel 1997 e riguarda chiunque (uomini e donne) svolga un lavoro domestico non retribuito e che non sia titolare di alcuna pensione diretta.
Nel corso del tempo alcuni governi hanno stanziato fondi una tantum più o meno cospicui per le casalinghe e di tanto in tanto questa questione torna a far discutere. Per ora non si parla di uno stipendio mensile per loro ma alcune fasce di popolazione possono rientrare nel diritto al reddito di cittadinanza.
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