Argomenti trattati
Infimo e vigliacco, crudele, brutale e disumano: l’ex imprenditore napoletano che nella città meneghina ha trovato la sua casa è stato capace di reati sporchi e tremendi. Proseguono le indagini attorno al caso Genovese, accusato di stupro da una ragazza trovata seminuda dalla polizia nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2021. Dal suo racconto partirono le indagini che portarono poi all’arresto del “re delle start up”, finito nel mirino delle accuse in seguito a un’altra denuncia arrivata da una 23enne che ha raccontato di essere stata stordita con alcol e droga e poi violentata da Genovese in una villa di Ibiza. La 19enne che per prima lo ha accusato ora chiede un risarcimento da mezzo milione: è invalida al 40%.
Caso Genovese, chiesto risarcimento: la vittima di stupro è invalida al 40%
Ha riportato danni fisici permanenti e gravi conseguenze psicologiche, con un’invalidità del 40%: Sarebbe questo il quadro clinico della ragazza, all’epoca dei fatti 18enne, che nell’autunno 2020 accusò Alberto Genovese di averla drogata e stuprata nel suo attico milanese, “Terrazza sentimento”.
A farlo sapere è l’avvocato della giovane, Luigi Liguori, che ha depositato una perizia medico-legale nel corso dell’udienza preliminare.
Caso Genovese, l’avvocato della vittima chiede risarcimento: 19enne invalida al 40%
L’avvocato della giovane vittima ha stimato in milione e mezzo di euro l’entità del risarcimento che la sua assistita dovrebbe ricevere da Genovese.
Il risarcimento è stato chiesto alla luce dei danni fisici e psicologici che l’imprenditore digitale avrebbe causato alla 19enne.
Caso Genovese, chiesto risarcimento: 19enne invalida al 40%. La reazione della difesa
I legali di Alberto Genovese hanno tempo fino al prossimo gennaio per raggiungere un accordo con le parti, con l’obiettivo di chiedere una riduzione dell’eventuale pena in caso di condanna. Gli avvocati di Genovese, inoltre, dovranno decidere se procedere con il rito ordinario o chiedere il rito abbreviato per il loro assistito, che comporta la riduzione di un terzo della pena in caso di condanna.
Genovese ha trascorso alcuni mesi nel carcere a San Vittore e da luglio è ai domiciliari in una clinica di Varese, dove si sta disintossicando dalla cocaina. I pubblici ministeri Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini hanno chiesto il rinvio a giudizio: sull’ex imprenditore gravano le accuse di violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo e cessione di stupefacenti.