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Tommaso Onofri, conosciuto da tutti come Tommy, all’epoca in cui fu ucciso aveva solo 18 mesi. L’assassino Marco Alessi fu condannato all’ergastolo. Ora dopo 10 anni dall’accaduto, potrebbe ottenere un permesso per lavorare di giorno fuori dal carcere. La mamma del piccolo, Paola Pellinghelli non vuole che ciò accada.
Marco Alessi verso il permesso premio
Dopo poco più di 10 anni, e le continue accuse tra Alessi e gli altri due responsabili, sembra che l’omicida possa uscire nuovamente in permesso premio. Ma la mamma di Tommy ha un solo pensiero: “Alessi e gli altri due si rimpallano le responsabilità, ma chi è stato ora poco importa: devono pagare tutti e tre.”.
La madre si appella al buon senso del giudice: “Nel 2006 me lo sono ritrovato in casa come muratore perché qualche giudice aveva deciso che potesse stare in libertà dopo la condanna per stupro e rapina. Di quelle condanne io non sapevo assolutamente nulla. Non vorrei che qualche altro giudice gli desse nuovamente credito”. E aggiunge: “Se dovesse succedere urlerei così tanto che qualcuno, prima o poi, mi ascolterebbe”.
Le condanne
Mario Alessi, il muratore di cui parla la madre di Tommy, che aveva in casa per dei lavori di ristrutturazione, in seguito all’omicidio è stato condannato all’ergastolo avvenuto il 2 marzo del 2006. Antonella Conserva, compagna di Alessi, sta scontando 24 anni di carcere. Salvatore Raimondi, il complice ex pugile, invece ne sta scontando 20.
Paola Pellinghelli sostiene che la pena più grande però la sta scontando lei: “Vorrei ricordare che fra me e lui sono io che sto scontando l’ergastolo: la mia condanna è non avere più Tommy. Spero che davanti a un’eventuale richiesta per il permesso-premio il giudice valuti con responsabilità tutta la storia di questo mostro, tutte le sue bugie”.
Tommy ormai non c’è più e il dolore della madre, si fonde con le preoccupazioni che Alessi possa tornare nuovamente a nuocere a qualche famiglia.
I fatti del 2006
Tommy fu rapito da casa il 2 Marzo 2006. Strappato dal seggiolone viene rapito di fronte alla famiglia immobilizzata con il nastro adesivo. I rapitori entrarono sfruttando un black out provocato da loro, che allontanò momentaneamente Paolo Onofri dalla casa.
La svolta nelle indagini avvenne dopo quasi un mese in cui si seguirono false piste. Le impronte digitali sul nastro adesivo e i sospetti sui suoi precedenti, convogliarono le indagini verso Marco Alessi. Ma non solo anche sulla sua compagna Antonella Conserva e Salvatore Raimondi.
Il 2 Aprile dopo molte ore di interrogatorio, Alessi crolla, e confessa l’omicidio. Il rapimento doveva essere veloce e senza conseguenze, per estorcere dei soldi a Paolo Onofri. Ma allontanandosi in scooter allarmati dai lampeggianti, i rapitori caddero, e Tommy comincio a piangere. Un pianto che poteva farli scoprire, così i rapitori decisero di uccidere il piccolo a colpi di pala. Fu lo stesso Alessi a portare gli inquirenti al corpo del piccolo Tommaso Onofri.