La notte dovrebbe essere fatta per starsene tranquillamente a letto in relax, ma se all’improvviso giunge un’irrefrenabile fame e voglia di prendere d’assalto il frigo forse c’è qualcosa che non va.
Gli attacchi di fame notturni infatti rientrano nei più comuni disturbi del comportamento alimentare, meglio noto in ambito scientifico come NED, vale a dire Night Eating Disorder.
Come tutti sappiamo, la sera sarebbe opportuno mangiare pasti leggeri, proprio perché, dovendo andare poi a letto, non vi sarà modo di bruciare quelle calorie ingerite che diverranno chiaramente grasso nel corpo non smaltito. Ancor peggio se si tratta di momenti di “pasto notturni”.
A soffrire di questo disordine alimentare notturno, secondo recenti studi, sarebbero all’incirca tre persone su 100. Tra i soggetti maggiormente colpiti da questo disordine, vi sono per lo più donne tra i 28 e i 40 anni. Ciò spesso accade per una sorta di esigenza di alleviare le ansie della giornata. Chiaramente perché si possa parlare di un vero e proprio disturbo, è necessario che questi break selvaggi nella notte avvengano con una certa frequenza.
Le ragioni sono diverse, in primis vi è senza dubbio una conseguenza di una dieta ferrea, ma potrebbe anche trattarsi di disordini psicologici. Generalmente lo spuntino notturno è frutto di un’abitudine che col passare del tempo diventa un qualcosa di cui non si riesce più a fare a meno.
Bisogna tuttavia fare molta attenzione perché, laddove tale abitudine diventasse un’esigenza di mangiare tutto ciò che dovesse capitarci sotto mano nella notte, per poi vomitare intenzionalmente, a causa di un senso di colpa, allora c’è il rischio che si incorra in problemi di bulimia o anoressia.
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