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La celiachia è una malattia autoimmune dell’intestino tenue. Quali sono le forme più diffuse? Se ne conoscono ben 4: la tipica, atipica, silente e latente. Che differenze c’è tra queste?
Che cos’è la celiachia tipica
La celiachia tipica è quella più diffusa e conosciuta. E’ quella che si manifesta con sintomi particolari, del calibro di diarrea, ma anche forti dolori addominali. Si può manifestare anche con stitichezza, ma è piuttosto raro. Le evacuazioni continue portano a disidratazione e debolezza. Il soggetto appare, inoltre, irascibile, irritabile e apatico. Nei bambini si può assistere anche ad un stop o un rallentamento della crescita.
Che cos’è la celiachia atipica
La celiachia atipica è una malattia che non si manifesta, ad esempio, con diarrea. Vi sono sintomi extraintestinali, tipo anemia sideropatica, ma anche osteoporosi, bassa statura, afte continue, alopecia, alterazioni dello smalto dentale, dermatite erpetifome. Sono quasi presenti, però, come nella forma tipica, i dolori addominali, con forti fitte. Nei bambini si può arrivare a malnutrizione e rachitismo.
La celiachia atipica, come quella silente e latente, è molto più difficile da diagnosticare per un medico rispetto a quella classica. Capita non di rado, infatti, che i medici in questi casi arrivino tardi alla diagnosi di celiachia, oppure che non vi arrivino affatto. Spesso, infatti, i medici tendono a curare i sintomi sintomi, invece di valutare un quadro più complesso che potrebbe essere un vero e proprio indice di celiachia.
Che cos’è la celiachia silente
Ancora differente rispetto alla forma tipica e atipica è la celiachia silente. E’ una malattia che non si manifesta con sintomi particolari. Quindi, è molto difficile capire se se ne soffre o meno. La mucosa intestinale, in ogni caso, risulta essere particolarmente compromessa, esattamente come nella forma tipica e atipica.
L’unica cura rappresenta la dieta senza glutine. E’ facile che, in presenza in famiglia di una persona celiaca, i parenti possano soffrire di questa malattia silente. Si stima che questi siano il 15% e, in genere, anch’essi presentano atrofia dei villi intestinali. In presenza della malattia silente, se si va ad aumentare il glutine nella dieta di questi soggetti, è possibile che si manifestino sintomi intestinali o meno.
Che cos’è la celiachia latente
Infine, cerchiamo di capire che cos’è la celiachia latente. Vi sono dei soggetti che presentano una predisposizione alla celiachia. Ciò si evince da esami del sangue che si chiamano anticorpi anti-gliadina AGA e anticorpi anti-endomisio EMA. Se si controlla, però, le loro mucose intestinali, queste sono normali. Non hanno, quindi, l’atrofia dei villi intestinali, differentemente dalla altre forme.
In questo caso è possibile che l’atrofia possa comparire in un periodo di tempo che può essere breve o lungo. Si parla, invece che di vera e propria intolleranza, di sensibilità al glutine. E’ possibile che in tali casi la mucosa intestinali sia lesa in alcuni periodi, mentre può apparire normale in altri. La malattia può venire fuori in qualsiasi momento, ma anche in seguito a situazioni particolari come stress, parto, virus intestinali, lutti.
Un altro tipo di celiachia è quella potenziale. Questa è molto simile alla latente. Anch’essa non presenta alterazione di mucosa a livello intestinale, anche se vi è una predisposizione genetica alla malattia. Sono consigliati controlli periodici, perché la malattia potrebbe presentarsi nel corso del tempo, in qualsiasi momento della vita. Si stima che i celiaci siano in continuo aumento. Attualmente, circa una persona su 100 è celiaca, ovvero intollerante al glutine. I celiaci potenziali, invece, sono 7 volte tanto. In alcuni casi, la celiachia è inoltre associata a forme varie di depressione.
Purtroppo, non esiste una cura per la celiachia. Non vi sono infatti, medicine per impedire l’intolleranza al glutine. L’unica soluzione è rappresentata dal consumare alimenti che non contengono glutine. Questo è una proteina che si trova in molti alimenti. E’ presente nel frumento, ma anche in altri cereali, come l’orzo, farro, segale, avena, kamut, spelta, triticale, bulgur, malto, seiten e greunkern.
Non contengono glutine invece, il riso, il mais e l’amaranto. L’intestino non riesce ad assimilare il glutine e, quindi, l’assunzione di esso va a provocare lesioni, fino ad arrivare alla progressiva atrofizzazione dei villi intestinali. Ingerire solo alimenti senza glutine (stando particolarmente attenti alle contaminazioni) è l’unica soluzione possibile per stare meglio. In commercio ormai esistono molti prodotti senza glutine, non solo in farmacia, ma anche nei supermercati. Anche i ristoranti si sono adeguati e mangiare fuori, mentre fino a qualche anno fa era davvero difficile, adesso è molto più semplice.