Cesare Cremonini, ex leader dei Lunapop, non ha bisogno di presentazioni.
Con le sue canzoni ha fatto cantare milioni di ragazzini che, oggi adulti, sono ancora alla ricerca della “Vespa truccata, Anni Sessanta”. Negli anni la sua musica ha visto una grande evoluzione, ma fino ad ora non aveva mai parlato della malattia che l’ha colpito: la schizofrenia.
Nel 1999, Cesare Cremonini cantava “Domani sarà un giorno migliore vedrai“. Oggi, dopo anni di gioie e dolori, il cantante vive davvero quel momento che sperava.
La sua adorata musica continua a far parte della sua vita, forse in maniera diversa rispetto al passato, ma c’è un motivo ben preciso che l’ha spinto a “rallentare“: la schizofrenia. Intervistato dal Corriere, Cesare ha confessato per la prima volta di aver avuto a che fare con questo terribile mostro. La scoperta è avvenuta per caso, accompagnando un amico da uno psichiatra:
“C’è una canzone, Nessun vuol essere Robin, per la quale ho rischiato la vita. Come mi disse lo psichiatra: una pallottola mi ha sfiorato. (…) Gli raccontai di me, di quel che provavo. I sintomi crescenti. La sensazione fisica di avere dentro di me una figura a me estranea. Quasi ogni giorno, sempre più spesso, sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola. Mi pareva quasi di vederlo. E lo psichiatra me lo fece vedere. L’immagine si trova anche su Internet. ‘È questo?’, chiese. Era quello”.
Cremonini ha descritto il mostro della schizofrenia alla perfezione, pertanto la diagnosi dello psichiatra fu immediata. E “un essere deforme che si aggira nel subconscio come se fosse casa sua“, un’allucinazione che viene dall’interno.
Com’è possibile che, fino a quel momento, non si fosse mai accorto di essere affetto da schizofrenia? Cesare ha raccontato di essere stato letteralmente ossessionato dalla musica, tanto da rimanere chiuso in studio anche la domenica.
In quel periodo aveva addirittura smesso di tagliarsi la barba e i capelli e mangiava solo pizze. Dopo aver superato i cento chili ed essersi completamente eclissato – “Non facevo più l’amore, se non da ubriaco” – ha capito che era arrivato il momento di cambiare. Come ha sconfitto la schizofrenia? Ha raccontato:
“Lo psichiatra mi chiese cosa mi faceva sentire meglio. Risposi: camminare. Non lavorare; il lavoro era la causa. La cura era camminare. Ho preso farmaci, cose leggere, di cui non parlo per rispetto a chi ha dovuto fare cure farmacologiche pesanti. Ho camminato per centinaia di chilometri. Ho scoperto i sentieri di collina. E mi sono ribellato all’eccesso di attenzione per tutto quel che proviamo, all’idea impossibile di poter esprimere ogni cosa, di comunicare questa slavina di emozioni da cui siamo colpiti”.
Cremonini è riuscito a sconfiggere il “mostro”, tanto che ha ammesso che non lo vede più. Nonostante tutto, ogni tanto torna dal suo psichiatra perché sente la sua voce. Quando avverte il suo borbottio, si rimette in cammino.
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