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L’ultimo film del grande regista Quentin Tarantino racconta questo pezzo di storia americana.
In “Once Upon A Time In Hollywood” si racconta esattamente delle vicende che vedono coinvolti Charles Manson, Sharon Tate e l’attore Rick Dalton. Scopriamo meglio qual è la storia dietro la vita di uno dei più noti criminali d’America.
Charles Milles Manson (Cincinnati, 12 novembre 1934 – Bakersfield, 19 novembre 2017) è stato un criminale statunitense. Nasce da padre ignoto e madre nel giro della prostituzione che lo baratta per una birra da neonato.
Cresce quindi a casa degli zii dove è vittima di violenze e viene privato di un istruzione.
Per ribellarsi alla vita imposta inizia a compiere furti d’auto e rapine che lo portano però a stare per delle settimane in un istituto di correzione.
Fuggito compie a sedici anni il suo primo reato federale che lo porta ad una vera detenzione in riformatorio.
Una volta uscito dal riformatorio non tarda a finirci nuovamente dentro, principalmente per furto. Dopo alcuni periodi di libertà però arriva a compiere i 18 anni che implicano così il carcere. Qui conosce anche una serie di criminali che gli insegnano come gestire un circolo di prostitute, cosa che mette in atto una volta fuori.
Durante il suo periodo in carcere si dedica inoltre alla scoperta della massoneria, dell’esoterismo e della musica.
Alla sua scarcerazione nel 1967 conosce un gruppo di hippie con cui conduce una vita da nomade in California.
Insieme ai circa cinquanta giovani reclutati diventati la “Manson Family” si stabilisce in un ranch vivendo di droghe, furti e prostituzione. Le ragazze infatti facendo gli autostop raccolgono più soldi possibili per la comunità. La sua figura diventa per il gruppo una sorta di reincarnazione di Gesù Cristo o Satana.
In seguito al rifiuto di un produttore musicale si lavorare con Manson quest ultimo decide di recarsi presso la sua villa per ridiscuterne.
Qui incontra un fotografo che gli dice che ora la casa è abitata dal regista Roman Polanski e la moglie Sharon Tate. Nella notte del 9 agosto del 1969 lui e alcuni membri della Manson Family entrano nella villa armati di coltelli e tagliano i cavi del telefono. Una volta dentro senza pietà uccidono il parrucchiere di Sharon Tate che supplicava di lasciare in vita la donna incinta, che viene lasciata per ultima nella strage che vede coinvolte quattro persone.
Gli omicidi proseguono per il resto della città andando il giorno seguente coinvolgendo l’imprenditore Leno La Bianca e la moglie. Dopo ogni omicidio lasciavano sempre le scritte “Pig” o “Death to Pigs” o “Political Piggy” con segno di disprezzo verso i poliziotti.
L’ultimo omicidio coinvolge Donald Shea, colpevole di aver sposato una donna nera, motivo di grande disprezzo per la banda razzista. Il 26 agosto quindi si disfa del cadavere facendolo a pezzi e lanciandolo in un torrente. L’attività criminale della “Family” continua per diversi mesi finché un membro della comunità non testimonia contro Manson che viene arrestato e condannato a terminare la sua vita in carcere.