Torna il cinema vacanziero, torna Jerry Calà, protagonista dei vari Sapore di mare, Rimini Rimini, Saint Tropez Saint Tropez.
Film innocui, soprattutto demenziali, che comunque hanno tratteggiato, nel bene e nel male, il costume e gli umori del nostro paese.
Ora siamo di fronte a Vita Smeralda: la dose di demenzialità è rimasta, e Jerry Calà, che è ora attore e regista (non alla prima esperienza), prova a proporre un ritratto dell'Italia di oggi. A modo suo.
Vita Smeralda (tra i protagonisti Jerry Calà, Eleonora Pedron, Elena Santarelli, Fabio Fulco, Max Parodi e Lory Del Santo, ma anche Flavio Briatore, che nel film recita se stesso, come Umberto Smaila, Lele Mora e Little Tony), narra di tre ragazze, l’estetista (Francesca Cavallin), la contabile (Benedetta Valanzano) e la cameriera (la Pedron) che vanno a caccia di avventure tra vip, uomini abbronzati e muscolosi e divi da reality.
Un filma da evitare, ma in una frase di Calà e racchiusa una triste verità: "Vita Smeralda riprende solo una parte dei giovani. Ma, girando l’Italia con il mio show teatrale, vi assicuro che molti sono così: certo, ci sono anche quelli che fanno i volontari negli agriturismi, ma dopo trent’anni di vita in Costa Smeralda so che quanto accade nel mio film è la realtà di ogni estate".
E' vero, una realtà in continua espansione.
Una realtà preoccupante, che spoglia gli adolescenti di qualsiasi valore. Principale indiziata: la televisione e la marmaglia di gente senz'arte che la popola. Con il beneplacito del pubblico. Vita Smeralda è un film che ci meritiamo.
Ma c'è bisogno di celebrare questa generazione?