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Chiara Ferragni è tornata a parlare del Ddl Zan, lanciando frecciatine al veleno contro alcuni politici.
L’imprenditrice ha seguito con attenzione la discussione in Senato sul disegno di legge e ha detto la sua in merito alle castronerie che ha sentito uscire dalla bocca di alcuni volti più o meno noti.
Il Ddl Zan è finalmente arrivato in Senato. Il disegno di legge promosso da Alessandro Zan è stato discusso, ma alcuni politici, ovvero quelli contrari alla sua approvazione, hanno pronunciato parole che in molti non hanno gradito.
Tra loro c’è anche Chiara Ferragni che, via social, ha lanciato frecciatine al vetriolo contro alcuni volti più o meno noti.
“Ho sentito senatori parlare di ciccioni, altri ululare e fischiare come fossero in uno stadio“, ha tuonato la moglie di Fedez. L’imprenditrice ha ammesso che, forse, alcuni politici sembravano inconsapevoli del luogo in cui si trovavano, ovvero il Senato della Repubblica.
Chiara prosegue il suo sfogo dicendo che ha sentito alcuni parlamentari definire l’omofobia uno “pseudopericolo“, mentre altri continuavano a parlare di genitore 1 e genitore 2. Non solo, alcuni politici si sono concentrati anche su cartoni animati, calciatori ed eterofobia. Secondo la Ferragni, quella che doveva essere una discussione su un disegno di legge importante, volta a mostrare il volto migliore del Paese, si è trasformata in un teatrino indegno.
“Perché non educare i nostri figli a non odiare o discriminare gli altri?“, si chiede la moglie di Fedez.
L’imprenditrice ha sottolineato che la libertà di pensiero è “sacrosanta“, ma questo non può significare “mentire, deridere, esasperare, fischiare“. Quanto avvenuto al Senato per discutere della proposta di legge “non c’entra nulla con il Ddl Zan“. Lo sfogo della Ferragni si conclude ricordando a quanti la seguono che è importante non combattere l’odio con la repressione, ma con l’educazione.
La battaglia di Chiara sul Ddl Zan è stata elogiata da Monica Cirinnà che, durante la discussione in Senato, ha dichiarato: “La Commissione Giustizia ha ostacolato attraverso l’operato del presidente il lavoro sul Ddl Zan.
Abbiamo dovuto votare l’incardinamento, è una cosa inaudita. E l’incardinamento si è sbloccato quando gli influencer hanno alzato il tiro. Credo che tanti li temano“.