Brutta batosta per Chiara Ferragni. L’imprenditrice digitale – o meglio la sua società – ha perso una battaglia legale contro il Gruppo Tecnica, che gestisce il marchio Moon Boot. L’accusa è quella di aver copiato gli iconici doposci inventati da Giancarlo Zanatta nel lontano 1969.
Chiara Ferragni ha copiato i Moon Boot
Una caduta di stile che poteva essere evitata: Chiara Ferragni, o chi per lei, ha copiato i Moon Boot. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano con la sentenza 491 del 25 gennaio 2021. La battaglia legale del Gruppo Tecnica, che gestisce il noto marchio di doposci, è iniziata quando sul mercato sono sbarcati gli “snow boots” dell’imprenditrice digitale, prodotti da tre aziende: Mofra Shoes di Barletta, Diana Srl e Serendipity Srl. A parte qualche glitter, il modello risultava pressoché identico a quello di loro proprietà.
La somiglianza tra i doposci della Ferragni e quella del Gruppo Tecnica è apparsa subito evidente e la conseguente causa in tribunale è apparsa la soluzione più ovvia. Il Tribunale di Milano, dopo aver analizzato il caso, ha stabilito il ritiro dal mercato di tutti gli “snow boots” firmati da Chiara e il risarcimento in favore dell’azienda che ha creato i Moon Boot. La somma di denaro che verrà sganciata dall’imprenditrice digitale sarà stabilita con un accordo privato in base al numero di scarponcini venduti.
Copiando i Moon Boot, la Ferragni ha violato le norme che regolano il diritto d’autore. La Serendipity Srl ha provato a giustificarsi rivendicando l’originalità del prodotto, ma i giudici sono stati chiari: non basta qualche brillantino per vantare una “pretesa autonomia creativa che si ridurrebbe di fatto all’estrosità conferita ai modelli dall’uso del glitter”. Alberto Zanatta, presidente del Gruppo Tecnica, soddisfatto della sentenza, ha dichiarato:
“Si crea un precedente impossibile da ignorare per chiunque pensi ancora di poter copiare il Moon Boot. Una sentenza che ci consentirà di fare causa a chiunque produca o venda prodotti che abbiano tali forme o forme simili. Un’arma forte per difenderci contro i tanti falsi in circolazione, e non intendiamo certo smettere di perseguire i concorrenti sleali”.