Vi ricordate di Carlo Azeglio Ciampi? Governatore della Banca d'Italia, presidente del Consiglio, ministro del Tesoro e principale artefice insieme a Prodi dell'ingresso dell'Italia nell'Euro e poi presidente della Repubblica tra i più autorevoli e amati fino al 2006, quando ha lasciato il posto a Giorgio Napolitano.
Non esattamente uno qualunque, eppure è letteralmente sparito dalla televisione, nessuno che vada a intervistarlo, che gli chieda un parere, che riferisca una sua osservazione. Eppure l'ex presidente non si è affatto ritirato a vita privata in qualche sperduto e inaccessibile eremo per distaccarsi dal mondo e dedicarsi alla contemplazione ascetica. No, Ciampi fa il senatore a vita, va tutti i giorni in parlamento, partecipa alla vita pubblica e rilascia dichiarazioni e interviste, quando gli vengono chieste.
Ieri per esempio Repubblica ha pubblicato una lunga intervista del vicedirettore Massimo Giannini con il vecchio inquilino del Quirinale, in cui Ciampi dice cose molto nette, precise e interessanti. Sul decreto salvaliste, per esempio, afferma senza giri di parole: "È un aberrante episodio di torsione del nostro sistema democratico". E in generale di questo periodo politico e di questa legislatura dice: "Di nuovo, assistiamo sgomenti al graduale svuotamento delle istituzioni, all'integrale oblio dei valori, al totale svilimento delle regole: questo è il male oscuro e profondo che sta corrodendo l'Italia".
Ma nessuno dei nostri principali telegiornali riprende l'intervista, chissà perché. E nessuno in generale si ricorda di lui. Nei giorni scorsi il Tg1 di Minzolini ci ha fatto ascoltare il parere di due ex presidenti della Corte Costituzionale, pressoché sconosciuti al grande pubblico, che – non l'avremmo mai detto – hanno espresso delle libere e legittime opinioni di sostanziale approvazione dell'operato del governo. Però chissà, magari i telespettatori avrebbero desiderato anche ascoltare il parere del loro vecchio, amatissimo, presidente. O no?