Composta nel 1925 in piena epoca fascista da Carlo Lombardo (libretto) e Virgilio Ranzato (musiche), che dedicarono l’operetta “a S.E.
Benito Mussolini“, Cin Ci La rappresenta un caso molto particolare all’interno del genere teatrale.
Adeguandosi al gusto meno sofisticato del tempo, la coppia strutturò lo spettacolo all’insegna della rivista, con una minore concessione agli spazi lirici e una propensione verso la sentimentalità musicale, efficacemente esibita in canzoni molto ritmate e allegramente leggere.
Sin dalla sua prima messa in scena l’operetta divenne una delle più apprezzate dal pubblico, sopratutto per la sua svelta facilità, e divenne quasi all’istante parte integrante del repertorio delle compagnie del settore.
Domani e fino al 9 febbraio al Teatro Quirino di Roma Cin Ci La ritorna grazie alla Compagnia Corrado Abbati. Il regista ha dichiarato di aver voluto “riportare l’operetta alla sua struttura originaria con una operazione di riequilibrio delle varie componenti: gli spazi lirici restituiti alla loro integrità, il brio della commedia e lo sfarzo che già annunciava la rivista.“
Simona Distefano, Matteo Mazzoli, Francesca Indino, Gian Marco Avellino, Eva Reggiani, Antonio Cadoni, Giacomo Cussigh, Lorenzo Eccher, Veronica Belletti, Martina Cardoni, Virginia Gruzza e Carlotta Saccani faranno rivivere sul palcoscenico la storia di Cin Ci La, interpretata come una storia di emancipazione femminile, tesa a restituire la sensibilità e i problemi di un’attrice che diventerà una grande protagonista del teatro.
A Macao si sono appena sposati il Principe Ciclamino e la timida Principessa Myosotis. La tradizione vorrebbe che tutti i divertimenti della città si blocchino finché il matrimonio non venga consumato dalla nuova coppia. Entrambi però sono sposini molto inesperti e per questo motivo il Mandarino decide di chiamare a corte l’attrice Cin Ci La, appena arrivata da Parigi per girare un film: sarà lei a dover svezzare il Principe.
Tuttavia contemporaneamente arriva in città anche Petit Gris, l’eterno spasimante della donna, che per vendicarsi inizierà a corteggiare spietatamente la Principessa.
Saranno dunque due estranei a rendersi artefici della felice conclusione delle nozze regali.