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Sembra che la politica demografica della Cina stia attraversando una fase evolutiva, una svolta “definitiva” con il passato.
Fino al 1979 vigeva infatti la politica del figlio unico. Oggi, invece, il governo ne autorizza ad ogni famiglia fino a tre.
In Cina ci si apre anche al terzo figlio. Così dice la nuova estensione al numero di figli che si possono fare sotto il consenso del governo cinese. Una prima estensione è stata fatta fra il 2013 e il 2016. Con essa il numero di figli concessi si è ampliato a due.
Nonostante le aperture, in quegli anni il tasso di crescita della popolazione risultava ancora troppo elevato e il governo cinese aveva agito con prudenza.
Adesso, invece, gli analisti confermano sia l’invecchiamento della popolazione a far temere per la crescita economia. Motivo per cui, in Cina ad oggi è ufficialmente consentito fare fino a tre figli.
Il dibattito è aperto su quanto sia discriminate questa politica. Non meraviglia l’estensione dell’autorità del governo cinese fino ad ambito così privati nella vita delle persone.
E ancora una volta, ad essere messa in gioco è la libertà individuale. Una politica di controllo demografico così strutturate lede i diritti individuali. E sono in molti a sostenerlo, accademici e non.
La questione dell’invecchiamento della popolazione, tuttavia, non è un caso esclusivamente cinese. Anche l’Italia sta attraversando una simile fase, rischiosa per l’economia ma anche per lo sviluppo più in generale del Paese.
In Italia, per certo, è chiaramente impossibile attuare politiche autoritative per mutare lo stato delle cose. Sarebbe però auspicabile un piano di interventi dal basso a tutela delle coppie con figli al cui servizio dovrebbero essere una serie di benefit che non porterebbero loro a scegliere tra l’avere una famiglia e l’avere un lavoro.
Pochi giovani e tanti anziani è dunque il problema attuale della Cina. Ma oltre alla pianificazione delle nascite anche la Cina dovrebbe attuare un piano legato al ruolo delle donne nella società.
Per l’economia è fondamentale che lavorino entrambi i componenti di una coppia. Ma questo si può fare solo se esistono adeguati servizi per l’infanzia, congedi parentali per entrambi i genitori equilibrati, welfare aziendali come il part time reversibile.
Una conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro che il governo stesso dovrebbe garantire alla propria popolazione.
I numeri dicono che i cinesi stanno invecchiando.
Secondo quanto riportato dall’Huffpost la popolazione con più di 60 anni è il 18,7% del totale (264 milioni di persone), mentre nel 2010 era il 13,26. Secondo il governo, questa cifra è destinata a crescere fino a superare i 300 milioni di persone, ovvero circa un quinto della popolazione, entro il 2025. Questi dati hanno portato il governo cinese a rivalutare la precedente linea dell’estensione fino a due figli.
Le pressioni crescenti sullo Stato si sono tradotte in una nuova autorizzazione che portasse il limite dei due figli a tre figli.
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